Lo stop ai farmaci e quell’ultimo dubbio: “Stavo per ripensarci”

Lo stop ai farmaci e quell'ultimo dubbio: "Stavo per ripensarci"

È stata sentita per circa due ore la 41enne Giulia Lavatura Truninger, la donna italo-svizzera che a Ravenna si è gettata dal nono piano trascinando con sé la figlia di sei anni Wendy poi morta sul colpo assieme alla loro cagnolina. Dichiarata fuori pericolo dai sanitari e tuttora ricoverata al Bufalini di Cesena, la donna dopo essere stata messa in stato di arresto con l’accusa di omicidio volontario aggravato e uccisioni di animali, è stata ascoltata dal pm ravennate Stefano Stargiotti, dal dirigente della Squadra Mobile Claudio Cagnini, assistiti da uno psicologo e alla presenza dell’avvocato difensore Massimo Ricci Maccarini. La donna avrebbe risposto a tutte le domande alternate da forti crisi di pianto. «Volevo uccidermi e non volevo che mia figlia rimanesse senza di me», avrebbe detto al pm. É stato quindi convalidato l’arresto con l’accusa di omicidio pluriaggravato e uccisione di animale. La donna, che da circa un decennio è seguita dal centro di salute mentale ravennate è piantonata nell’ospedale di Cesena dove è ricoverata, in condizioni definite stabili. Disturbo bipolare, questa la diagnosi confermata dall’ultima visita risalente a novembre. In casa c’erano i medicinali prescritti, quelle «pillole dannose e non funzionali (…) strani farmaci lobotomizzanti» che Giulia non ha voluto più prendere. E infatti ha dichiarato al pm di aver sospeso nelle ultime settimane l’assunzione dei farmaci per la cura del suo disturbo psichico. Secondo quanto ha riferito il legale, «quando la figlia le ha detto di non gettarsi, per un attimo ci ha ripensato. È perfettamente consapevole della sua morte, è addolorata ma anche molto lucida». Nel suo folle post su Facebook la donna se l’è presa proprio con le cure, oltre che contro il padre, definito «mostro d’uomo (…), violento e aggressivo (…) sempre a suonare il campanello ogni sera alle 19», in combutta con il Csm per costringerla a trattamenti sanitari obbligatori. Accuse anche nei confronti del marito, «colpevole» di non aiutarla. E poi la paura dei debiti dei «problemi per il superbonus». Nel suo post, commentato da 2mila persone, anche la denuncia di un fantomatico allontanamento della figlia.

Leave a comment

Your email address will not be published.