Tensione alle stelle in Nord Europa, e non solo, dopo le parole del ministro della Difesa Civile svedese Carl-Oskar Bohlin che ha invitato la popolazione a prepararsi al peggio. “L’hanno già detto in molti prima di me ma lasciatemelo dire con più forza: in Svezia ci potrebbe essere una guerra”, ha dichiarato domenica l’esponente del governo in occasione di un una conferenza annuale nella città di Sälen. Ad alimentare l’allarme, sollevato di recente anche nella vicina Germania, vi è il clima di incertezza legato alla riduzione degli aiuti militari a Kiev e alle elezioni presidenziali americane che potrebbero determinare un ritorno alla Casa Bianca dell’isolazionista Donald Trump.
“Per una nazione che è stata in pace per almeno 210 anni, è forte la suggestione che questa sia una condizione immutabile. Crogiolarsi però in questa considerazione rappresenta un pericolo quasi senza precedenti”, ha affermato Bohlin. A poco è valsa la precisazione del ministro il quale ha chiarito come non intenda gettare il Paese nel panico volendo piuttosto creare una “consapevolezza” collettiva sulla nuova realtà geopolitica europea a poco meno di due anni dall’inizio del conflitto in Ucraina. Profondi sono stati gli effetti provocati dal “cigno nero” in questa regione del Vecchio Continente. Svezia e Finlandia hanno infatti subito presentato richiesta formale di ingresso nella Nato. Un percorso completato da Helsinki che appare invece più accidentato per Stoccolma soprattutto per le riserve manifestate dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan.
Anche il ministro della Difesa svedese Pål Jonson ha ribadito il messaggio trasmesso dal collega di governo parlando di un un mondo “più pericoloso rispetto ad un anno fa” a causa dei conflitti in Ucraina e in Medio Oriente. “Non possiamo escludere un attacco armato contro la Svezia. La guerra può arrivare da noi”. Questo il cupo monito di Jonson che mette in guardia contro la volontà del presidente russo Vladimir Putin di ricreare aree d’influenza e di ristabilire una politica basata sull’impiego delle armi per far avanzare gli interessi del Cremlino.
Il responsabile della Difesa di Stoccolma ha anticipato inoltre la presentazione di un piano mirato al raggiungimento di quattro obiettivi per massimizzare il ruolo della Svezia in vista del suo prossimo ingresso nell’Alleanza atlantica: rafforzare l’esercito attraverso il reclutamento di coscritti e di soldati di professione, garantire un sistema a lungo termine di approvvigionamento delle munizioni all’interno dell’area scandinava per ridurre i tempi di attesa per le consegne, introdurre una strategia difensiva innovativa in modo da raggiungere una superiorità tecnologica sul campo di battaglia ed espandere in tempi rapidi il sistema di sicurezza stabilendo la creazione di una “difesa basata sulla crescita”. Ad accompagnare le dichiarazioni dei ministri è arrivato poi l’impegno comunicato dal premier svedese Ulf Kristersson che ha annunciato il futuro schieramento di un battaglione delle proprie forze armate in Lettonia per “contribuire alla difesa e alla deterrenza della Nato”.