“La presidente Meloni ha parlato tre ore la settimana scorsa, ma le bastavano dieci secondi per dichiararsi antifascista come la Costituzione su cui ha giurato”. Così la segretaria del Pd, Elly Schlein, intervenendo in Aula, prova a inchiodare il premier Meloni e il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi sulle celebrazioni di Acca Larentia.
“Siccome ha detto più volte di non essere ricattabile, ci chiedevamo chi la stesse ricattando. Si sta ricattando da sola perché rimane ostaggio del suo passato da cui continua a non voler prendere le distanze”, ha insistito la segretaria del Pd che ha concluso chiedendo lo scioglimento delle organizzazioni neofasciste “perché l’antifascismo dovrebbe essere un patrimonio condiviso in queste aule”. Eppure questo è un tema che non sembra scaldare più di tanto l’elettorato italiano.
Dopo il caso del deputato Pozzolo e i cori di Acca Larentia, Fratelli d’Italia cresce dello 0,7% e arriva al 29,2% dei consensi mentre il Pd si ferma sotto la soglia del 20%. “Giorgia Meloni si sta costruendo un profilo più moderato all’interno del centrodestra e ha saputo gestire bene queste vicende”, spiega Livio Gigliuto, presidente dell’Istituto Piepoli, che osserva: “Nessuno ha paura che lei abbia una deriva così forte a destra assimilabile a quel tipo di comportamento”. La maggior parte dell’opinione pubblica, secondo il sondaggista dell’Istituto Piepoli, non collega alla maggioranza di governo né la manifestazione di Casa Pound ad Acca Larentia né il caso del deputato vercellese Emanuele Pozzolo espulso da Fratelli d’Italia per il colpo di pistola partito alla festa di Capodanno. Anche secondo Carlo Buttaroni, presidente dell’Istituto Tecné, l’antifascismo non porta voti “e – aggiunge – anche chi è interessato a queste vicende non pensa che l’esibizione dei nostalgici ad Acca Larentia rappresenti Fratelli d’Italia”.
Gigliuto, invece, è convinto che questi eventi che destano l’attenzione dei media non abbiano alcun impatto sulle intenzioni di voto: “Non c’è un elettore che prima votava FdI, poi smette e vota dall’altra per una manifestazione ‘che spaventa’. Fatti di questo tipo – sentenzia l’esperto – possono solo motivare gli elettori che già votano Pd a continuare a votarlo perché l’elettore classico della Schlein sente particolarmente il tema dell’antifascismo”. Detto ciò, i democratici, al massimo, possono intercettare qualche elettore di sinistra che si era astenuto, “ma – chiosa Gigliuto -stiamo parlando di numeri molto marginali perché la Schlein ha già riportato a casa quel tipo di elettorato”.