Le acque che bagnano lo Yemen continuano ad essere una zona ad alto rischio. Nella notte di martedì 9 gennaio, gli Houthi hanno lanciato un massiccio attacco verso la zona meridionale del Mar Rosso. Stando a quanto riferito dal Comando centrale degli Stati Uniti (Centcom), più di una ventina tra droni kamikaze, missili da crociera e balistici antinave hanno preso di mira le rotte di commercio internazionale dove stavano transitando dozzine di mercantili.
Houthi Attack on International Shipping
On Jan. 9, at approximately 9:15 p.m. (Sanaa time), Iranian-backed Houthis launched a complex attack of Iranian designed one-way attack UAVs (OWA UAVs), anti-ship cruise missiles, and an anti-ship ballistic missile from Houthi-controlled… pic.twitter.com/KWPRidwiWI— U.S. Central Command (@CENTCOM) January 10, 2024
I cacciabombardieri F/A-18 della portaerei Uss Dwight D. Eisenhower, la Uss Gravely, la Laboon e la Mason, assistiti dal vascello della Royal Navy britannica Hms Daimond, hanno abbattuto 18 velivoli senza pilota e tre vettori. Non vi sarebbero feriti o danni. È stato il 26esimo attacco dei ribelli yemeniti dal 19 novembre e ha seguito di pochi giorni la dichiarazione congiunta di Washington e di altri 14 Paesi: “Gli Houthi si assumeranno la responsabilità delle conseguenze se continueranno a minacciare vite umane, l’economia globale o il libero flusso del commercio nelle vie marittime critiche della regione”. Un avvertimento, questo, che potrebbe preludere ad azioni dirette contro le postazioni dei ribelli sulla terraferma da parte della coalizione internazionale a guida Usa, riunita sotto l’egida dell’operazione “Prosperity guardian”.
Fonti interne al governo del Regno Unito hanno fatto sapere che Londra sta preparando una serie di attacchi aerei contro obiettivi Houthi, in coordinamento con gli Stati Uniti e un altro Paese europeo non meglio identificato. Una portavoce dell’esecutivo di Sua Maestà ha però dichiarato che questa è solo una delle tante opzioni sul tavolo e che la via diplomatica non è ancora stata completamente scartata. Da parte sua, la Casa Bianca ha ordinato il ritiro dalla regione della portaerei Uss Gerald Ford, sostituita dalle unità anfibie d’assalto Uss Bataan, Uss Mesa Verde e Uss Carter Hall, che permetteranno agli Usa di mantenere nel Mar Rosso “una capacità e flessibilità militare notevoli”.
La situazione, dunque, rimane estremamente volatile e vi è anche il rischio di un confronto diretto tra la marina militare di Washington e le forze navali dell’Iran, il principale sostenitore degli Houthi, che a inizio gennaio ha inviato nella regione il cacciatorpediniere Alborz. La decisione è stata probabilmente una risposta al primo, e fino ad ora unico, confronto diretto tra le forze Usa e i ribelli yemeniti, avvenuto il 30 dicembre, che ha visto coinvolti elicotteri statunitensi e motoscafi degli Houthi impegnati nell’assalto al mercantile Maersk Hangzhou.