Elly Schlein rilancia la sfida dem a porte chiuse, tra le mura di un ex convento. Il 18 e 19 gennaio prossimi, a Gubbio, i deputati del Pd sono attesi per una due-giorni di discussioni e di confronti con lo sguardo alla corsa elettorale verso l’Europarlamento. “L’idea è quella di una forma seminariale con ospiti e specialisti esterni“, si legge nell’invito rivolto ai parlamentari dalla capogruppo dem a Montecitorio, Chiara Braga. E già la curiosità per il ritiro piddino cresce: in quell’occasione, lontano da orecchie indiscrete e davanti ai compagni di partito, Schlein potrebbe infatti sciogliere le riserve sulla propria decisione di candidarsi o meno come capolista alle europee.
Il “conclave” dem – come già è stato ribattezzato – si terrà al Park Hotel ai Cappuccini di Gubbio, un convento del XVII secolo trasformato in struttura ricettiva a quattro stelle e dotato oggi di tutti i comfort. “Questo splendido edificio e le comunità religiose che fin dalla sua costruzione l’hanno abitato, appartengono alla storia di Gubbio“, si legge sul sito dell’albergo, che offre ai propri ospiti anche una spa, uno spazio fitness e un servizio con massaggi e trattamenti per il benessere. Chissà se i deputati Pd riusciranno a usufruirne: molto probabilmente no, visto che l’appuntamento a porte chiuse ormai prossimo si preannuncia intenso e decisivo, al punto da non consentire troppe distrazioni. Tra un confronto e l’altro, infatti, i dem dovranno definire gli obiettivi e le strategie per arrivare attrezzati alla sfida elettorale che designerà la composizione del prossimo Europarlamento.
Le oscillazioni nei sondaggi, il consenso ballerino e il costante apprezzamento registrato sul fronte opposto da Giorgia Meloni richiederanno ai parlamentari dem una particolare concentrazione. A Gubbio verranno infatti delineati i progetti per affrontare i vari passaggi della campagna elettorale e l’occasione potrebbe anche essere propizia per sciogliere definitivamente il nodo di alcune candidature rimaste in sospeso. Secondo quanto si apprende, tra gli ospiti chiamati ad arringare i partecipanti al “conclave” non ci sarà però Romano Prodi, padre nobile del centrosinistra nonché estimatore di Elly Schlein: il professore – riferiscono dal suo staff – sarà impegnato all’estero. Eppure la sua presenza avrebbe comunque avuto un senso: in passato, infatti, anche l’economista aveva radunato dirigenti e ministri (quando era premier) in abbazie, antiche dimore e persino alla reggia di Caserta. E non fu il solo.
Il rito del “conclave” progressista – ricorda l’Ansa – fu rispettato anche da Pierluigi Bersani ed Enrico Letta, entrambi segretari Pd. Lo disertò invece Matteo Renzi, affezionato piuttosto alla sua Leopolda. Il primo a organizzare un “ritiro” aperto a tutte le anime della sinistra fu Massimo D’Alema, il 9 dicembre del 1995 nella Certosa di Pontignano, sulle colline senesi. Nel 1997 fu la volta di Gargonza: nel frantoio del castello medievale, Prodi da premier riunì lo stato maggiore dell’Ulivo l’8 e 9 marzo del 1997. All’appuntamento presenziarono anche studiosi e intellettuali, come Umberto Eco, Pietro Scoppola e Paolo Flores D’Arcais, e ospiti come Maurizio Costanzo. Tra i relatori in apertura dei lavori c’era Sergio Mattarella.