Si conferma la “maledizione” di José Mourinho nella stracittadina: la Roma esce sconfitta dal derby di Coppa Italia dopo una gara nervosa, riuscendo a minacciare la porta laziale solo nel lungo recupero del secondo tempo. Dopo un primo tempo sottotono, la ripresa si apre con la sostituzione di Paulo Dybala e la Lazio che approfitta al meglio del cambio. Una pedata del giovane Huijsen in piena area causa il rigore che viene convertito in maniera freddissima da Zaccagni. Nel finale Mourinho si gioca il tutto per tutto inserendo anche Belotti ma, nonostante un recupero infinito che vede anche la doppia ammonizione di Pedro e Mancini nonché l’espulsione di Azmoun, a sorridere è l’undici di Sarri.
Le scelte dei tecnici
Problema dell’ultimo minuto per Sarri: Provedel, infatti, è messo fuori causa dalla febbre. Il tecnico laziale, però, sorprende tutti, mettendo in campo il terzo portiere Mandas. Sulle fasce rientra Lazzari con Marusic a sinistra mentre i centrali sono i collaudati Patric e Romagnoli. Niente da fare per Luis Alberto, quindi spazio per Vecino dal primo minuto, accanto a Cataldi e Guendouzi. Ancora una volta i biancocelesti dovranno fare a meno di Ciro Immobile: ci sarà il trio visto ad Udine, ovvero Felipe Anderson e Zaccagni dietro all’unica punta Castellanos.
La Roma, come succede da qualche settimana, è costretta invece a rimescolare le carte in difesa: a fianco dell’inossidabile Mancini, prima titolarità per Huijsen. Ancora una volta Mourinho chiede a Kristensen di arretrare: sulla mediana titolare Bove, vista l’indisponibilità per una botta alla schiena di Lorenzo Pellegrini. Sulle fasce stavolta tocca a Karsdorp e Zalewski che dovranno dare una mano alla coppia di avanti titolare Dybala-Lukaku.
Buona intensità, zero palle gol
In un Olimpico stracolmo la stracittadina inizia con i giallorossi che gestiscono il possesso e provare a mettere da subito in imbarazzo la retroguardia del festeggiato Sarri, che compie 65 anni. La Roma tenta dalla distanza con Paredes che di prima cerca di testare i riflessi di Mandas ma la botta viene murata. I padroni di casa colpiscono in contropiede: Vecino alimenta la corsa di Zaccagni che va sul fondo e mette un pericoloso cross basso. Per fortuna dei tifosi romanisti arriva l’anticipo di Huijsen. Qualche dubbio quando Castellanos finisce a terra in piena area di rigore dopo un contatto con Mancini ma il check del Var non offre niente. Un paio di minuti dopo è ancora una volta Kristensen a confermare il suo imbarazzo in fase difensiva: sul suo passaggio sballato si avventa Castellanos che tira subito, trovando però il corpo di Mancini. Partita comunque molto viva, con rovesciamenti di fronte continui: la Roma a tratti è arrembante ma riesce a trovare varchi nella difesa laziale solo da calcio piazzato. Dal 15’ in avanti l’undici di Sarri fatica ad uscire dalla propria metà campo, senza riuscire a minacciare in alcun modo il portiere giallorosso: la punizione di Cataldi al 20’ è un po’ velleitaria e viene bloccata facilmente dal guardiameta lusitano.
Tra i più vivaci della Lazio è Lazzari che riceve palla sulla destra, fa fuori due difensori giallorossi, si accentra e prova il mancino: anche stavolta il pallone viene bloccato dall’intervento di Mancini. La Lazio rimane molto corta per togliere spazio ai fantasisti della Roma ma Dybala riesce comunque a trovare spazio per alcune delle sue giocate. Le due squadre, però, rimangono attente a non scoprirsi, rendendo il compito degli attaccanti ancora più complicato. Dopo un inizio promettente, la gara diventa noiosetta, con zero palle gol e parecchi duelli a centrocampo: i tifosi dell’Olimpico continuano a cantare come se niente fosse ma lo spettacolo offerto non è il massimo. Il finale del primo tempo è giocato a ritmi quasi turistici ma si ravviva nel recupero, quando la Lazio si rende pericolosa con un’incursione di Lazzari sulla quale Mancini riesce ancora ad intervenire per evitare la girata un filo in ritardo di Guendouzi. Primo tempo molto simile al derby di campionato con le due difese sugli scudi. Vedremo se le cose cambieranno nella ripresa.
Dybala out, la sblocca Zaccagni
Come se lo spettacolo non fosse già stato abbastanza deludente, il rientro in campo delle due squadre vede un’assenza preoccupante per i fedelissimi della Roma. Dopo una conversazione col medico, infatti, Paulo Dybala decide di non rischiare e si accomoda in panchina: al suo posto scende in campo, nonostante il dolore alla schiena, il capitano Lorenzo Pellegrini, che dovrà trovare il modo di alimentare meglio un Lukaku molto isolato in avanti. La Lazio non si fa ripetere due volte l’invito: gran azione e cross di Felipe Anderson sulla destra, sulla palla si avventa Vecino che però trova la manona di Rui Patricio nella prima grande occasione della partita. Sul seguente calcio d’angolo, contatto in area tra Huijsen e Castellanos, con il giovane olandese che prende in pieno la gamba dell’avanti argentino. Orsato viene richiamato al Var ed indica il dischetto: dagli undici metri si presenta Zaccagni e spiazza nettamente Rui Patricio. 1-0 Lazio, partita che finalmente si sblocca.
Mourinho considera le mosse necessarie per riaprire una gara che rischia di mettersi male e fa scaldare sia Spinazzola che Azmoun. La Lazio, però, vuol chiudere i conti al più presto: contropiede micidiale di Felipe Anderson e passaggio per l’accorrente Vecino che, però, viene contrato bene da Rui Patricio. L’uruguagio è ancora pericolosissimo un minuto dopo, quando il suo rasoterra in corsa sibila ad un niente dal palo alla sinistra del portiere romanista. Lo spavento convince la Roma ad anticipare i cambi: i due laterali prendono il posto di Karsdorp e Zalewski, piuttosto deludenti ma è la Lazio a dare l’impressione di poter mettere il colpo del Ko. Il derby diventa ora più spigoloso, con parecchi falli e contrasti duri uno dopo l’altro ma la Roma sembra essersi ricompattata dopo lo sbandamento successivo al rigore. Tanto noioso era stato il primo tempo, quanto è elettrica la seconda metà della ripresa: Orsato inizia a far fioccare i cartellini, con ben tre che arrivano nel giro di pochi minuti.
Assalto della Roma, finale nervoso
A venti minuti dal triplice fischio, Sarri opera tre cambi per tenere alto il livello atletico in un finale che si annuncia al calor bianco. Fuori lo stanchissimo Zaccagni per la velocità di Pedro, Pellegrini prende il posto di Lazzari e Rovella quello di Cataldi, con la Lazio pronta ad approfittare degli spazi che potrebbero aprirsi nella retroguardia giallorossa. Nonostante il piglio della Roma sembri quello giusto, Mandas continua a rimanere coi guantoni intonsi mentre sono i ragazzi di Sarri a trovare spesso la via verso l’area romanista. Dal 72’ in avanti, gli ospiti alzano il baricentro e provano a spostare la difesa delle Aquile con un insistito giro palla sulla tre quarti. La Lazio, che ha speso parecchio, cerca di rallentare il ritmo ma ogni volta che perde palla a centrocampo rischia un po’ troppo. Mourinho non ci sta a perdere l’ennesimo derby e al 75’ inserisce El Shaarawy al posto di uno stanco Bove. Sarri risponde poco dopo richiamando in panchina Castellanos per dare un quarto d’ora scarso ad Isaksen, che ad Udine aveva fatto vedere ottime cose. La Roma passa teoricamente alla difesa a quattro ma Kristensen e Spinazzola si spingono avanti con insistenza; una scelta rischiosa ma necessaria visto che, finora, la difesa laziale è apparsa quasi imperforabile.
Lo Special One butta in campo anche Belotti al posto di Huijsen per il forcing finale ma la sfera rimane tra i piedi dei padroni di casa. Pedro spreca un ottimo passaggio su una lunga azione insistita sulla destra, pur viziata da un fallo di Isaksen ma i giallorossi non sembrano in grado di trovare la quadra ed impensierire seriamente le Aquile. Gli ultimi minuti vedono una Roma sempre meno precisa che si affida spesso a lanci velleitari ed i padroni di casa che si difendono con ordine, accontentandosi del vantaggio minimo. Alla fine, però, Mandas è costretto ad intervenire: sulla giocata di Azmoun, tiro secco di Belotti deviato leggermente da Pellegrini sul quale il portiere greco riesce in qualche modo ad intervenire. I sette minuti di recupero vedono una Lazio che soffre e non riesce ad approfittare delle praterie lasciate da una Roma rovesciata in avanti. Gli assalti finali dei giallorossi sono disperati e finalmente efficaci ma, alla fine, la solidità delle Aquile ha la meglio.
Coda polemica nel finale con tanta tensione e Pedro che perde la testa nel recupero, con due gialli nel giro di un minuto dopo un duello rusticano con Paredes. Al settimo minuto di recupero, clamorosa rovesciata di Lukaku su bel cross di El Shaarawy ma il belga svirgola male. Alla fine anche Azmoun si lascia andare e colpisce un giocatore della Lazio finendo in anticipo nello spogliatoio, seguito poco dopo anche da Mancini, che si becca un secondo giallo per proteste. Alla fine, però, a giocarsi la finale di Coppa Italia con la vincente tra Juventus e Frosinone ci sarà la Lazio.
Il tabellino
LAZIO (4-3-3): Mandas; Lazzari (67’ Pellegrini), Patric, Romagnoli, Marusic; Guendouzi, Cataldi (67’ Rovella), Vecino; Felipe Anderson, Castellanos (76’ Isaksen), Zaccagni (67’ Pedro). Allenatore: Maurizio Sarri
ROMA (3-5-2): Rui Patricio; Kristensen, Mancini, Huijsen (80’ Belotti); Karsdorp (57’ Azmoun), Cristante, Paredes, Bove (75’ El Shaarawy), Zalewski (57’ Spinazzola); Dybala (46’ Pellegrini), Lukaku. Allenatore: José Mourinho
Marcatori: 50’ Zaccagni (rig) (L),
Ammoniti: 58’ Castellanos (L), 65’ Mancini (R), 65’ Guendouzi (L), 90+3’ Pellegrini (L), 90+4’ Pedro (L)
Espulsi: 90+5’ Pedro (L), 90+8’ Azmoun (R), 90+10’ Mancini (R)
Arbitro: Daniele Orsato (Schio)