Attaccava il nostro Paese e contestava le politiche migratorie dell’allora ministro degli interni Matteo Salvini. Era il 2018, non un secolo fa. Benché più giovane di oggi, Gabriel Attal aveva già le idee anti-italiane molto chiare. Nominato oggi capo del governo in Francia, l’esponente di Renaissance e sostenitore di Emmanuel Macron era già balzato all’attenzione delle nostre cronache prima ancora di arrivare ai vertici della Repubblica semipresidenziale d’oltralpe. Sei anni fa, quando in Italia c’era il governo gialloverde, Attal aveva espresso giudizi severi nei confronti dell’esecutivo e in particolare verso Matteo Salvini, che in quel momento aveva imposto una linea di rigore sulla gestione dei fenomeni migratori.
“La linea del governo italiano sui migranti è vomitevole“, aveva tuonato il politico durante un programma televisivo. E ancora: “È inammissibile fare della piccola politica con delle vite umane come sta accadendo in questo momento“. Il riferimento implicito era per l’appunto a Salvini – allora a capo del Viminale – per la sua decisione di chiudere i porti alla nave Aquarius, con a bordo più di seicento migranti, di proprietà dell’Ong Sos Méditerranée. Parole che pesavano già allora come macigni. Intervistato da Repubblica, l’esponente macroniano ora diventato premier cercò di smorzare i toni senza riuscirci troppo. “Non ho nulla contro l’Italia, forse ho usato una parola sbagliata, è stata una reazione a caldo“, disse.
#Aquarius : j’ai d’abord une pensée pour les 629 hommes, femmes, enfants qui sont sur ce bateau. Parler de « migrants » est déshumanisant. Ce sont des personnes. Ce que fait le gouvernement italien est immonde. #TDinfos @publicsenat pic.twitter.com/Z06OpwTgw2
— Gabriel Attal (@GabrielAttal) June 12, 2018
Quelle affermazioni, tuttavia, non passarono inosservate. A contestarle fu persino Enrico Letta, che parlò di “grave errore” da parte del giovane politico d’oltralpe. La sinistra, però, anche in quel caso ricadeva nelle sue stesse contraddizioni, che le impedivano di prendere una posizione netta contro le politiche di Parigi sul tema migratorio. E così, in quei giorni, l’unica ad alzare la voce fu Giorgia Meloni. “Irresponsabili all’Italia lo dicono quelli che sono responsabili del caos immigrazione, essendo andati nel 2011 a bombardare la Libia per biechi interessi economici e contro l’Italia“, tuonò la leader di Fdi, rinfacciando ai transalpini anche i continui respingimenti di migranti a Ventimiglia, in barba alle convenzioni europee e alle lezioni di accoglienza impartite agli altri Paesi.
La #vomitevole ipocrisia di #Macron pic.twitter.com/zsCSPI5xRT
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) June 12, 2018
Sei anno dopo, Meloni e Attal sono rispettivamente alla guida dei governi di Italia e Francia. La leader di Fratelli d’Italia è diventata un punto di riferimento europeo nella gestione di un nuovo e più strutturato approccio sul tema migranti, destinato a ribaltare certe logiche proprie del passato e a offrire soluzioni definitive. Intanto, solo tre anni fa, Attal in tv ribadiva una convinzione purtroppo poi smentita da alcuni casi d’attualità: “Ciò che rifiuterò sempre è di tracciare una linea tra immigrazione e terrorismo…“.