Anche l’antifascismo ormai non funziona più. Il tema che dovrebbe essere uno dei collanti su cui costruire intorno la futura alleanza di “campo largo” e sui Elly Schlein basa buona parte della sua comunicazione si sta rivelando un boomerang. Almeno sui social.
“Se gridi ‘Viva l’Italia antifascista’ a teatro vieni identificato, se vai a un’adunata neofascista con saluti romani e striscioni invece no. Piantedosi chiarisca come sia potuto accadere. E Meloni non ha niente da dire?”, è il post che la segretaria del Pd ha scritto sui suoi principali canali social a proposito di quanto successo davanti alla vecchia sede del MSI di Acca Larentia a Roma dove, alla fine degli anni 78, furono uccisi tre missini. Se su Facebook le reazioni sono state sostanzialmente in sostegno della Schlein, sugli altri profili ci sono stati dei commenti di disinteresse o, addirittura, di disapprovazione. “Ma ormai sempre e solo di queste cose parlate?”, scrive un followers della segretaria dem su Twitter, mentre in un post su Instagram dove compare il video con i militanti che gridano “presente” prende piede il tema della politica estera. “Tutti indignati per il saluto romano. Ma nessuno indignato per l’Italia svenduta, le tasse assurde, e i nostri soldi regalati ad Ucraina per fare guerre”, scrive un utente. “A me spaventa di più il vostro silenzio riguardo le atrocità commesse da Israele in Palestina”, gli fa eco un altro follower.
Ma il tripudio di contestazione avviene su Threads, il nuovo concorrente di Twitter targato Meta. Sotto un post dedicato all’antifascismo c’è un profluvio di commenti in cui la Schlein viene accusata di essere fascista per il suo sostegno ad Israele. “Elly Schlein ad una adunata di fascisti. In piazza per supportare il genocidio“, è il commento di un post corredato da una foto che certifica la presenza della segretaria Pd a una manifestazione pri Israele. E ancora: “Se vai in piazza a supporto di un regime criminale fascista sionista a supporto di un genocidio nemmeno vieni identificato com’è possibile”. Sempre sulla stessa lunghezza d’onda si posiziona questo commento: “Ma tu vai in piazza in solidarietà a chi commette un genocidio e ti permetti anche di dire che siamo “tutti” (ma tutti chi, ma parla per te) con Israele. Ma sei sicura di poterti permettere di fiatare?”. E, infine, c’è anche chi, pur da posizioni dichiaratamente di sinistra, contesta persino il parallelismo con quanto avvenuto durante la prima alla Scala di Milano: “Io sono antifascista e mi disgusta la scena del video. Però va detto che il fatto che la Digos si sia attivata a teatro è normale essendo presenti della cariche istituzionali. Vogliamo alzarlo un po’ il livello della comunicazione? Almeno noi”.