Da ieri Parigi ha una strada intitolata alla star del rock David Bowie, deceduto il 10 gennaio 2016, diventando la prima città al mondo ad avere una via col suo nome. Il Comune ha precisato che non è stato necessario cambiare nome alla strada, creata di recente nei pressi della modernissima Biblioteca Francois Mitterrand, provvisoriamente chiamata dagli urbanisti «VoieDZ/13». Se fosse stato ancora in vita, proprio ieri David Bowie avrebbe compiuto 77 anni, ma otto anni fa è stato portato via da un tumore al fegato. Il sindaco del XIII arrondissement, Jerome Coumet, fan dichiarato di Bowie, ha lanciato l’idea di una Bowie Street all’inizio del 2020 e ha ottenuto l’approvazione della città di Parigi nello stesso anno, sostenendo che la stella aveva «un forte legame con la Ville Lumière».
Nel suo post sui social media, Coumet ha annunciato che «il 13mo arrondissement dà il benvenuto a David Bowie. Dancing in the Street!», riferimento a una canzone di successo eseguita da Bowie e dal frontman dei Rolling Stones, Mick Jagger. Una mostra, presso l’ufficio del sindaco, durerà fino alla fine della settimana. Se Parigi ha avuto un ruolo meno importante nella vita di Bowie rispetto a Londra, Berlino e Los Angeles, la cultura teatrale d’avanguardia francese ha fortemente influenzato il suo stile visivo. Inoltre interpretò con successo le canzoni in lingua francese Amsterdam e Ma Mort del belga Jacques Brel. Un verso criptico nella canzone Aladdin Sane di Bowie si riferisce a «Parigi o forse all’inferno».
La nuova strada è situata tra due moderni edifici per uffici, che ospitano anche le sedi delle testate giornalistiche Le Monde e L’Obs. Rue David Bowie si apre su Avenue Pierre-Mendes-France e si unirà al futuro ponte che collegherà l’avenue al boulevard de l’Hopital, vicino Stazione ferroviaria di Austerlitz e ospedale Pitie-Salpetriere. Lo sviluppo riflette la trasformazione in corso del quartiere, che ora celebra l’eredità di Bowie insieme ad altre figure importanti. Il tributo celebra la prima esibizione parigina di Bowie nel 1965 – la prima fuori dal Regno Unito – e il suo impatto duraturo sulla musica, la moda e la cultura.