La cretinata di Fedez, il giudice candidato e Macron: quindi, oggi…

La cretinata di Fedez, il giudice candidato e Macron: quindi, oggi...

– Mi sto divertendo un mondo a leggere gli articoli sull’antico scritto di “teologia dell’orgasmo” redatto dall’attuale capo del Dicastero per la Dottrina della Fede, l’ex Sant’Uffizio, Víctor Manuel Fernández. Il custode dell’ortodossia cattolica un tempo discettava di sesso, eiaculazioni e rantolii durante gli orgasmi e giustamente i tradizionalisti lo attaccano, cavalcando l’onda dopo il pasticcio madornale delle benedizioni alle coppie omosessuali “di non oltre 15 secondi”. La domanda che pongo io invece è banale: che bisogno c’è, teologicamente parlando, di sapere che nel momento di eccitazione massima l’uomo “di solito emette grugniti aggressivi” e “lei, invece, fa balbettii o sospiri infantili”?

– Mi ero perso questo fenomenale scritto di Chiara Valerio, neo intellettuale dell’era Elly Schlein, e quindi lo rubo a Marco Travaglio. State a sentire: “Se Giulia Cecchettin è morta, tutte siamo a rischio e se siamo salve è per caso o per fortuna, per una serie ininterrotta di gesti riusciti… L’eternità non ha rassicurato e la persistenza in ciò che si è mi ha raggelato”. Poesia. Ma che vor dì?

Anvedi il tempismo. Chiara Ferragni resta comunque una che l’ambito comunicativo sa come utilizzarlo, al netto degli inciampi. Proprio il giorno dopo che la procura meneghina dà notizia dell’indagine per truffa a suo carico, l’influencer fa trapelare di aver già versato il milione promesso all’ospedale Regina Margherita di Torino. Ritorna lo schema: annuncio la beneficenza per lavare la coscienza. Ma neppure stavolta funzionerà, temo.

– Il fatto che il processo a Rosa e Olindo per la Strage di Erba torni di nuovo in aula dà il senso del decadimento del nostro sistema giudiziario. Magari il tutto si risolverà con una dichiarazione di inammissibilità all’istanza di revisione, dunque è presto per emettere un giudizio. Si può però affermare una cosa: finisca come finisca, sarà una sconfitta per la giustizia. Se infatti verrà confermata la condanna, i parenti avranno comunque dovuto affrontare l’ennesima riapertura della ferita; se invece dovessero decretarli innocenti, chi ridarebbe loro tutti questi anni passati in cella?

– E ti pareva: il giudice Michel Claise, quello che ha messo in moto l’inchiesta Qatargate e ha rinchiuso in carcere per mesi una neo mamma, Eva Kaili, che poteva tranquillamente restare ai domiciliari in custodia preventiva, ha deciso di candidarsi alle elezioni. Come un Di Pietro qualsiasi. Pensionato, estromesso dalla sua inchiesta per conflitto di interessi, cercherà un posto al sole nelle liste di un partito francofono belga di ispirazione liberal-progressista. Tutto il mondo è paese.

Emmanuel Macron silura Elisabeth Borne, quella che voleva “vigilare” sul rispetto dei diritti dei migranti in Italia, e sceglie Gabriel Attal, un giovane 34enne che considerava “vomitevole” la politica di Matteo Salvini sui migranti. Bene. Indovinate qual è la prima dichiarazione del neo-premier? “Bisogna rafforzare la nostra sovranità nazionale ed europea controllando meglio la nostra immigrazione”. Da anti-salviniano a legista è stato un attimo.

– Andare ad Acca Larentia è sacrosanto. Anzi: sarebbe il caso che ci andassero le autorità per chiedere alle procure competenti di ricominciare a indagare per trovare i colpevoli di quegli omicidi rimasti impuniti.

Gino Cecchettin torna dal riposo, si dice giustamente ancora provato ma determinato a continuare il suo lavoro. Nulla, per il momento, è dato sapere sul suo possibile “impegno civico” dopo la morte della figlia. Il manager intanto è lì e c’è chi specula. La verità la sa solo lui, ma noi possiamo limitarci a un appello: caro Gino, risparmiaci fiction o serie tv.

– Chi legge questa rubrica sa che abbiamo difeso il diritto di Chiara Ferragni di essere considerata innocente fino a prova contraria, al netto dei suoi errori evidenti. Però quando oggi Fedez critica “le priorità dell’informazione italiana” solo perché ci sono alcuni giornalisti sotto casa sua, prende un grande abbaglio. Anzi: dice proprio una cretinata (si può dire?). Primo: se sei diventato famoso condividendo sui social la tua vita e il tuo lavoro, devi mettere in conto che i giornali (siano essi di cronaca rosa o importanti quotidiani) ne rendano conto al pubblico. Perché da che mondo è mondo, e soprattutto al tempo di internet, a fare “notizia” sono fatti di interesse pubblico, cioè storie che appassionano la gente. E – purtroppo – gli italiani di ieri, di oggi e forse anche di domani hanno piacere a sapere cosa fanno i loro due. Un’attenzione che non nasce per meriti sportivi o chissà cos’altro, ma solo perché i Ferragnez hanno deciso di essere i Ferragnez. Di esporsi. Di mostrarsi. Financo di diventare “modelli” di vita, vedi le battaglie che hanno più volte sostenuto. Dunque ha ragione Myrta Merlino: Matteo Messina Denaro non c’entra nulla e i mass media vanno presi così come sono, nella buona e nella cattiva sorte. Altrimenti Chiara Ferragni non avrebbe dovuto convocare quella patinata conferenza stampa quando promise il suo cachet di Sanremo in beneficenza. No?

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