Francis Gary Powers è un nome che oggi forse non tutti ricorderanno, ma ai più “âgé” (o a quelli più appassionati di storia), porterà alla memoria una storia della Guerra Fredda che ha innescato una crisi internazionale tra Stati Uniti e Unione Sovietica e ha rivoluzionato il mondo dell’aeronautica.
Gary Powers era un pilota militare, assoldato dalla Cia, che il primo maggio 1960, durante un volo di ricognizione sull’Urss, venne abbattuto da un missile terra-aria (Sam – Surface to Air Missile) diventando “pietra dello scandalo” e aprendo però una nuova era dell’aviazione militare: i cieli, grazie ai missili ad ampia portata, non erano più sicuri nonostante il volo ad altissima quota. Gary Powers, infatti, era ai comandi di un aereo molto particolare nato per effettuare la ricognizione a quote molto alte sorvolando direttamente il suolo avversario: il Lockheed U-2 “Dragon Lady”.
L’ufficio “skunk works” di Lockheed propose il progetto dell’U-2 nel lontano 1953 a seguito di una richiesta da parte dell’U.S. Air Force per un aereo da ricognizione capace di raggiungere quote di volo mai viste prima, in modo da essere sostanzialmente invulnerabile ai missili terra-aria allora che allora per primi stavano entrando in servizio.
Il primo agosto 1955, l’U-2, in grado di volare a più di 21300 metri di altitudine, fece il suo primo storico volo. Ora “Dragon Lady” è ormai prossimo a essere ritirato dal servizio attivo perché l’U.S. Air Force, per decisione del Segretario della Difesa Lloyd Austin, ha stabilito di puntare su assetti spaziali e altre risorse per la sua ricognizione strategica.
Secondo il Pentagono, i costi operativi e di mantenimento delle capacità sviluppate per sostituire l’U-2 sarebbero inferiori ai costi operativi dell’aereo spia sulla base del costo orario di volo. In effetti l’addestramento dei piloti di U-2, e la manutenzione stessa del velivolo, sono dispendiose nonostante esso abbia ancora delle qualità insostituibili al punto che lo stesso drone RQ-4 “Global Hawk”, quando entrò in servizio nel 2001, non è riuscito a sostituirlo, del resto la sua quota operativa è risultata essere inferiore rispetto a quella del “Dragon Lady” (18mila metri) e ha dimostrato limitazioni di carico utile, meno flessibile di quello di un U-2.
Ormai, però, la decisione è stata presa e l’aereo spia più famoso del mondo – forse anche più famoso dell’SR-71 capace di volare a più di tre volte la velocità del suono – comincerà a essere ritirato dal servizio nel 2025, per venire definitivamente messo a terra nel 2027.
Lo scorso 4 gennaio, sulla base aerea di Beale in California, abbiamo forse assistito al “canto del cigno” dell’U-2 quando è stata effettuata una “elephant walk” dei velivoli in forza al reparto (il nono stormo da ricognizione). Sulla pista sono infatti sfilati 8 U-2 insieme a due aerocisterne KC-135R e a nove addestratori T-38 “Talon” dall’elegante livrea nera lucida.
Una “elephant walk”, in italiano traducibile come “sentiero degli elefanti” per via dello sfilamento testa-coda dei velivoli che ricorda il marciare in fila indiana dei pachidermi, non è altro che la dimostrazione della capacità tecnico-addestrative di un’aeronautica, nella fattispecie quella statunitense. Questi eventi sono delle vere e proprie dimostrazioni non solo della forza dell’U.S. Air Force, soprattutto quando a sfilare sono i possenti bombardieri strategici, ma anche delle abilità dei piloti e del personale di terra. Si tratta di vere e proprie dimostrazioni delle capacità tecniche fatte per propaganda che nella storia hanno riguardato diverse tipologie di velivoli: dai bombardieri B-52H agli F-35, passando per gli F-16, gli F-15, i pattugliatori marittimi P-8 e perfino gli elicotteri.
Tornando alla questione del ritiro dal servizio degli U-2, i suoi sostituti volanti saranno quindi in una certa misura l’RQ-4 e l’RQ-180 insieme a capacità spaziali completamente nuove. Tuttavia, l’U.S. Air Force potrebbe pentirsi di questa scelta perché nonostante la limitazione dell’U-2 di non poter volare in aree molto ostili, esso offre una capacità multiruolo incredibilmente flessibile che una risorsa senza pilota non può garantire appieno. Anche se non è economico da usare l’aviazione statunitense potrebbe scoprire che si tratta di una capacità senza la quale non può vivere, ma tenerlo in servizio significherebbe mettere mano al portafoglio ad un livello che, a quanto sembra, non si è disposti a sostenere.