«Parto da Buccinasco tutte le mattine per lavorare. Sono un fisioterapista, mi sposto fra l`ospedale e le abitazioni dei vari pazienti. Dal 30 ottobre il Comune ha prolungato l`orario della sosta a pagamento: fino al 29 ottobre in molte zone distanti dal centro il ticket era dovuto fino alle 13, ora lo è fino alle 19. Il risultato? Dovendo lavorare dalle 8 alle 10 ore al dì il Comune mi impone di versare fra i 12 e i 24 euro al giorno. Considerando 20 giorni lavorativi sono 400-450 euro al mese». Il fisioterapista MC, pendolare dall`hinterland, sta descrivendo nel dettaglio, ainoi, l`ennesima morsa del caro vita. Un balzello in più che riguarda tutti, indistintamente, hinterland o non hinterland. I colpiti? Gli automobilisti, categoria di contribuenti – diventati anche elettori pentiti – invisa a Sala.
Certamente si può far a meno delle macchine, ma bisogna potersi muovere: disporre di bus, tram e metro affidabili. Che siano presenti e frequenti e puntuali. E possibilmente dotati di presidi anti scippo e anti aggressioni. Invece no. Allora chiamiamo il ticket prolungato con il nome più appropriato: una tassa per chi ancora osa spostarsi in automobile o una punizione. «Sono furibondo – ha aggiunto MC – L`aumento orario della sosta è stato varato da un giorno all`altro. Non risulta ci siano state discussioni in consiglio comunale. Così come l`estensione delle strisce blu in estrema periferia.
L`amministrazione chiede ai residenti di pagare per occupare due metri di suolo pubblico da 1,20 a 2 euro. La mia categoria, migliaia di professionisti soliti spostarsi da un`abitazione all`altra, non può in alcun modo scaricare questa spesa». Va detto che l`esborso per la sosta di 400-450 euro al mese calcolata da MC non comprende la cifra per Area C, di 7,5 euro. Amareggiato MC conclude: «Lo ritengo un prelievo forzoso eseguito dal Comune dalle mie tasche. Sono un lavoratore “normale”, con un lavoro normale, e con entrate mensili medie che vengono messe in seria difficoltà da una spesa di questo genere, solo per poter avere il diritto di andare a lavorare. È un esborso esagerato e non sostenibile. Non è giusto che siano i lavoratori medio piccoli a dover sanare i buchi di bilancio del Comune di Milano».