Hic et Nunc. Qui e ora, ovvero la filosofia che appare da una vetrata che dà sui colli del Monferrato e sui vigneti che producono buon vino. Non dovrebbe centrare tutto questo con il mondo del lavoro sempre più digitale, ma Massimo Rosolen spiega la sua filosofia: «Coltivare talenti è un po’ come produrre l’uva migliore: ci vuole passione e cura dei dettagli». Rosolen non è infatti solo un produttore orgoglioso di bottiglie preziose (che nascono dalla Barbera, dal Nebbiolo e da altri bianchi e rossi del luogo), ma è anche Presidente di AxL, un’azienda di proprietà interamente italiana appartenente al Gruppo Equity, che ha dimostrato una costante crescita anno dopo anno, culminando nel raggiungimento di un fatturato di 114 milioni di euro nel 2022, con 225 dipendenti diretti in Italia. Il tema è quello dei servizi e soluzioni per le risorse umane, in cui la tecnologia è sempre più presente. E i risultati hanno portato l’azienda ad entrare nel programma Elite di Borsa Italiana dedicato alle imprese innovative e ad alto potenziale di crescita. Con sette nuove filiali aperte nel biennio 2022-2023.
Fondata nel 2004 dalla famiglia Rosolen, AxL continua a ottenere importanti riconoscimenti e numeri da record, il che ha favorito la realizzazione di un piano di sviluppo estremamente ambizioso. La strategia di investimenti mirati, attuata in risposta agli ingenti ricavi registrati, ha come obiettivo principale il consolidamento del posizionamento specifico sulla media impresa italiana. Il gruppo ha recentemente acquisito Job Centre, un ente di formazione con sede a Padova accreditato dalla Regione Veneto per la Formazione Continua, la Formazione Superiore e i Servizi al Lavoro. E l’italianità resta uno dei fattori cruciali di successo, attraverso l’applicazione di valori pedagogici, sociologici e umanistici. Un vantaggio rispetto alle grandi multinazionali, tanto che la spinta all’innovazione ha portato AxL a stringere una partnership con il Master in Digital Business Development della Scuola di Alta Formazione dell’Università degli Studi di Bergamo, che permette di monitorare costantemente il mercato del lavoro e le opportunità dell’universo digitale.
Una ricerca congiunta ha evidenziato che in Italia ancora molte persone utilizzano il tradizionale metodo della candidatura diretta per trovare lavoro, mentre una percentuale considerevole si rivolge alle Agenzie per il Lavoro e ai marketplace digitali come Linkedin. Così ecco ora il lancio di un progetto innovativo per fornire supporto e soluzioni concrete per chi sta cercando lavoro o desidera cambiarlo. Si tratta insomma di una piattaforma che agisce come un “personal trainer” digitale per il lavoro, aiutando i candidati a cogliere le opportunità professionali più adatte, rendendoli più attraenti sul mercato e valorizzandone i talenti, sempre mantenendo una stretta relazione con il territorio di riferimento. Cosa che di questi tempi è quasi rivoluzionaria. «Il valore del nostro servizio è rappresentato dall’impegno di quelli che lo vendono – spiega Lucio Oliveri, Direttore Generale AxL -: un’azienda che si concentra sul benessere dei propri dipendenti sa che poi loro si prenderanno cura del prodotto». Sarà per questo che di recente l’impegno dell’azienda per la diversità, l’equità e l’inclusione è stato premiato con l’inserimento di AxL nella classifica Great Place to Work, 4 posto Best Workplace, 13esimo posto Diversity, Equity and Inclusion, 14esimo posto Best Workplace Women: «Su 130 aziende italiane del settore, siamo l’unica». E il tutto con un tocco femminile: «In azienda ci sono più donne che uomini: garantiamo a tutti flessibilità e quando una dipendente va in maternità, ha di diritto il part time. E sapete? Le mamme lavorano di più di quanto erano a tempo pieno». E non è finita: AxL ha ora ottenuto anche la certificazione UNI/PdR 125:2022 per la parità di genere, uno dei 17 obiettivi fissati dall’ONU per lo sviluppo sostenibile e focus della Missione N.5 del PNRR italiano.
E quindi, tornando al vino, è la cura di dettagli come questa a creare il talento. Così come ci vuole l’occhio giusto per arrivare al risultato: «Si deve sempre essere attenti ai cambiamenti, e dopo una ricerca attenta abbiamo capito che, più che cercare di piazzare disoccupati che non ci sono più, dobbiamo diventare un interlocutore per chi un lavoro ce l’ha già ma lo vuole cambiare» continua Oliveri «gli ultimi anni hanno visto molte persone rinunciare al posto fisso per una vita più bilanciata tra professione e vita familiare: oggi un candidato che siede per un colloquio ha almeno tre proposte alle spalle sulle quali scegliere, d’altro canto quasi metà delle posizioni aperte non trovano persone. Dall’altra parte le aziende non possono dire: “vogliamo solo i giovani” oppure “assumiamo solo over 60”: quello che sta mancando è il trasferimento delle competenze in uno scenario completamente nuovo. Per questo all’uso della tecnologia va abbinata la sensibilità umana. Perché poi il vero obbiettivo per tutti è come quando assaggi un sorso di buon vino: stare bene». Qui e ora.