Armi, la maggioranza valuta una stretta

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La maggioranza ha in serbo una mossa restrittiva sulle armi. Una delle ipotesi, almeno tra quelle in campo, riguarda l’aumento delle pene per l’utilizzo illegittimo. E anche le conseguenze della omessa custodia potrebbero essere aggravate. Difficile, se non del tutto improbabile, invece, che si intervenga sulle licenze, ossia sul porto d’armi: la normativa in materia è ritenuta già abbastanza rigida. «Dobbiamo punire chi le usa male, non le armi in sé», dice al Giornale il vice-capogruppo degli azzurri alla Camera Raffaele Nevi. Forza Italia apre così a un inasprimento delle pene, in determinati casi.

Dopo tanti tentativi di strumentalizzazione del caso Pozzolo, il centrodestra vuole chiarire un concetto: in Fdi, Lega o Fi non alberga «il culto delle armi». Che è poi l’accusa che il centrosinistra sta tentando di muovere. Il contenuto del provvedimento, che per ora è solo immaginato, non è ancora pubblico. C’è una riflessione. E c’è anche un piccolo giallo. La proposta dovrebbe essere presentata da Forza Italia. Ma gli azzurri per ora smentiscono, ribadendo la loro impostazione liberale. La Lega, sull’argomento, è più defilata. Il primo passo potrebbe toccare proprio a Fdi. Un suggerimento su quale fosse l’impostazione culturale sull’argomento, con ogni probabilità, lo aveva fornito il presidente del Senato Ignazio La Russa. Poco dopo lo scoppio del caso Pozzolo, la seconda carica dello Stato aveva risposto così a una domanda de La Stampa: «La legge italiana sul possesso di armi è la più restrittiva d’Europa e non va allargata. Anzi, io sarei ancora più rigido. Lì è un problema di opportunità. C’era bisogno di andare armato? Per me è sempre inopportuno».

Rispetto al caso Pozzolo, non ci sono molti aggiornamenti. C’è attesa per la riunione del collegio dei probiviri di Fratelli d’Italia. Ma le decisione è telefonata: il parlamentare piemontese, con ogni probabilità, sarà sospeso dal partito e dal gruppo. Per ora vige la cautela ma come sottolineato al Giornale dalla parlamentare meloniana Sara Kelany, le dichiarazioni della presidente del Consiglio non lasciano spazio a troppe interpretazioni.

«Saremo molto attenti nella valutazione di una vicenda che ha creato un clamore mediatico importante», hanno fatto sapere alcune fonti dei probiviri. «Sarà nostra premura – hanno continuato le stesse fonti – trattare questo caso con la dovuta cautela e attenzione». Il parlamentare a cui è attribuito lo sparo della notte di Capodanno sarà convocato dallo stesso collegio partitico. Il tutto mentre le indagini vanno avanti a ritmo serrato.

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