La rivolta dei contadini paralizza la Germania

La rivolta dei contadini paralizza la Germania

Agricoltori sul piede di guerra in Germania. Inizia oggi la rivolta dei contadini contro il governo, con i trattori in marcia su Berlino e altre città. La protesta, che proseguirà fino al 15 gennaio, vuole bloccare il Paese intasando le autostrade. È tanta la rabbia in un settore che nel 2021 rappresentava lo 0,8% del Pil, secondo gli ultimi dati dell’Ufficio federale di statistica (Stba). La mobilitazione del comparto agricolo è soltanto l’ultima crepa in una Germania sempre più instabile, sul fronte sia economico sia politico.

Gli agricoltori protestano contro i tagli ai sussidi, parte del piano di austerità deciso dal governo. Dopo la crisi di bilancio, la Germania deve ridurre la spesa pubblica. Le forbici del ministro delle Finanze, Christian Lindner, non hanno risparmiato l’agricoltura, con il taglio dei sussidi al diesel e l’abrogazione dell’esenzione dei veicoli a uso agricolo dall’imposta sulle auto. Dopo le prime proteste dei contadini, caratterizzate da subito da toni accesi, il governo ha compiuto una parziale marcia indietro. I mezzi degli agricoltori continueranno a essere esentati dal bollo auto e le sovvenzioni per il diesel verranno cancellate gradualmente fino al 2026. Per i sostenitori della protesta non basta: l’agricoltura non si tocca e tutto deve rimanere com’era perché, altrimenti, il comparto rischia di morire. Intanto, la tensione sale. Di questa escalation è stato protagonista il ministro dell’Economia e della Protezione del clima, Robert Habeck. Nella serata del 4 gennaio, un centinaio di agricoltori hanno tentato di irrompere sul traghetto con a bordo l’esponente dei Verdi, di ritorno a Schlüttsiel da una visita privata ad Hallig Hooge. Data la situazione estremamente tesa, la nave ha dovuto invertire la rotta e Habeck è potuto sbarcare a Schlüttsiel soltanto in nottata. L’assalto al traghetto con a bordo l’esponente del governo è stato oggetto di una severa e unanime condanna, a partire dal presidente della Repubblica Frank-Walter Steinmeier. La stessa Associazione degli agricoltori tedesca (Dbv) ha preso le distanze, affermando che attacchi personali, radicalismo e violenze delegittimano la protesta. Tuttavia, la situazione rimane tesa, con i contadini che invocano la caduta del governo. Un esecutivo di cui il 46 per cento dei tedeschi si dice totalmente insoddisfatto, secondo un sondaggio. Di questo sentimento è stato testimone il cancelliere Olaf Scholz, contestato durante la visita alla popolazione colpita dal maltempo a Oberröblingen nella giornata del 4 gennaio. Il capo dell’esecutivo federale è stato accolto da grida come «traditore del popolo», «criminale» e «bugiardo».

Mentre monta la rabbia popolare, si muove l’estremismo. Oggi, l’ex deputata post-comunista Sahra Wagenknecht annuncerà la fondazione di un suo partito di sinistra radicale, su cui si stendono le ombre del Cremlino. A destra, l’ultraconservatore Hans-Georg Maaßen, direttore dell’intelligence interna dal 2012 alla destituzione nel 2018, ha dichiarato che intende costituire una propria forza politica, pronta a collaborare sia con Wagenknecht sia con i nazionalconservatori di Alternativa per la Germania (AfD). Pur con temperature sotto lo zero, l’inverno tedesco si preannuncia molto caldo.

Leave a comment

Your email address will not be published.