Stavolta Vlahovic, con quel suo genere calcistico un po’ Hulk, un po’ Tarzan, ha salvato la faccia della Juve ed anche la classifica che voleva gli agognati 46 punti a segnare la fine del girone d’andata, gli stessi che la portarono a vincere nel campionato 2014-2015, prima stagione di Allegri. Un poderoso stacco di testa, al minuto 90, sull’invito da destra di Danilo ha ristabilito distanze di squadra più che di gioco. Vittoria ancora sul filo e di corto muso. Partita sotto il diluvio da chapeau alla Salernitana, priva di titolari importanti, e da tirata d’orecchie alla Juve sorpresa a fine primo tempo (Allegri: «Non va bene la ripetitività con cui prendiamo e rischiamo di prendere gol»), e che ha faticosamente cercato di rimediare. Dice la statistica che questa è l’ottava rete bianconera di testa e la settima stagionale di Vlahovic. «Gol che pesa tantissimo e noi non molleremo mai», ha garantito l’interessato. Se son rose fioriranno.
Il gol di Maggiore, ragazzo genovese, con esperienze a La Spezia, ha imbalsamato i bianconeri, fatto riscoprire qualche amnesia difensiva e spiegato che, per vincere, bisogna tirare in porta: con buona mira e buona lena. La squadra ha messo la lena, non sempre ascoltando le urla di Allegri che chiedeva un veloce giro palla. E nella prima parte ha contato sull’indiavolata intraprendenza di Yildiz, con quel correre così somigliante a Chiesa, che ha mandato in sbandata la difesa avversa sempre a rischio negli interventi e sorretta dalla monumentale presenza fisica di Fazio.
Il resto ha raccontato di una Juve assediante a tenere in pressione gli avversari che, invece, hanno cercato di ben organizzarsi sfruttando altrui latitanze e non hanno più mollato la presa. Poco servito, o coinvolto, Vlahovic nel primo tempo, eppure l’ironia calcistica vuole che, da un suo tap-in sbagliato, Iling jr. ne abbia cavato il gol del pari con un sinistro devastante. Meno sostanzioso il centrocampo, seppur più concreto quando si è trattato di rimediare la partita e con Mc Kennie a sfiorare un gran gol. Incerta la difesa sul gol di Maggiore proposto da un lancio di Gyomber, un bel giocare di Sambia e Tchaouma e agevolato da vaghezze assortite dei difensori bianconeri: il gran calciare di sinistro, dal limite area, è stato condanna per Szczesny ma in particolare per Danilo e Bremer che hanno concesso spazi ad invitare il tiro.
Ed, appunto, per le bizze del pallone è stato proprio questo ragazzo, goleador per la prima volta con la Salernitana, a lanciare l’inseguimento bianconero cadendo nell’ingenuità di due cartellini gialli con conseguente espulsione, causata da un fallo su Rabiot a inizio ripresa. A quel punto Allegri ha cominciato a rivoltare la squadra fin a trovare la quadratura con l’ingresso di Iling jr. goleador, di Milik suggeritore e di Vlahovic leone ruggente fino alla fine.