Il calcio vive di gioia e di follie. A Cesena il padre di Stiven Shpendi, attaccante italiano di origine albanese, è entrato in campo e ha colpito con un pugno il portiere dell’Olbia colpevole di un’entrata dura sul figlio. Il portiere, ferito seriamente, ha abbandonato la partita vinta dal Cesena che rischia multa e squalifica del campo, Shpendi senior avrà pesanti conseguenze penali. È il corto circuito che avvelena questo gioco ormai esasperato che nel turno di serie A ha offerto altre scene aspre e football cafone, continue interruzioni, proteste, lamenti a fine partita, il sistema è in border line non soltanto a livello finanziario e le istituzioni assistono passivamente. Il turno di campionato ha visto la Juventus vincere con imprevista sofferenza nonostante la superiorità numerica sulla Salernitana che ha resistito fino al gol di Vlahovic, la squadra resta attaccata al treno velocissimo dell’Inter, sulle bizzarre decisioni dell’arbitro Guida (rigori smarriti) inutile aggiungere commenti già concessi ad altri suoi sodali. La coppia di testa fa storia a parte rispetto alla cronaca di margine delle altre. Il crollo del Napoli non deve stupire, girava una brutta aria a Torino, in tribuna stava seduto Mazzarri, squalificato, ma soprattutto Conte, disoccupato. La settima sconfitta è il riassunto di scelte scriteriate del presidente e di responsabilità dei calciatori. La crisi aperta a luglio si concluderà quando De Laurentiis interverrà decisamente sul gruppo, il ritiro punitivo è roba folkloristica, Conte sarebbe un’ottima idea soltanto se il presidente si farà da parte consegnando la squadra a chi ha competenza e carisma. Napoli chiagne, Milano prosegue le feste, buon Milan con la favola di Traorè, perfida l’Inter che ha tutti i connotati, gioco, fortuna e agevolazioni per la vittoria finale, si rialza la Lazio, mentre la Roma fa pari con l’Atalanta e Mourinho espulso (che novità!).