Se per decenni la battaglia fra i cartelli della droga in Messico aveva assunto i contorni della guerriglia, ora la linea rossa della guerra vera e propria è stata superata.
La tragedia di sabato
Nello Stato di Guerrero, nel Messico meridionale, nella tarda serata di ieri, un attacco ha ucciso almeno cinque persone, secondo quanto dichiarato dall’ufficio del procuratore dello Stato. Un gruppo per la difesa dei diritti umani ha dichiarato che almeno altre sei persone sono rimaste ferite, sebbene gli investigatori non sono stati in grado di confermare la presenza di feriti. Secondo i colloqui con i residenti, le persone uccise sarebbero morte in un veicolo bruciato, ma i corpi sono stati rimossi dai locali prima dell’arrivo della polizia.
Reportan muertos, heridos y autos calcinados en la sierra del estado de Guerrero, al sur de México. pic.twitter.com/xl85sQCeMs
— Noticias Telemundo (@TelemundoNews) January 7, 2024
L’attacco con droni a Buenavista
I prodromi dell’attacco si erano palesati già venerdì, quando la comunità di Buenavista de los Hurtado, nel profondo delle montagne di Guerrero, era stata attaccata il giorno precedente da droni e uomini armati presumibilmente appartenenti al cartello noto come “La Familia Michoacana“. Sei dei feriti si erano recati nella vicina Tetela del Rio per ricevere soccorso, secondo la testimonianza di un sacerdote, José Filiberto Velázquez, direttore del Centro Minerva Bello. A Buenavista, l’esercito e gli agenti della Procura di Stato hanno confermato il ritrovamento di un veicolo carbonizzato contenente resti umani all’interno: le scene che circolano sul web, redatte dagli operatori, sono a dir poco raccapriccianti, con vari tipi di resti umani martoriati impilati barbaramente sulle carcasse di un auto incendiata.
Le autorità, cercando di spingere le famiglie delle vittime a eseguire test genetici per confermare le loro identità, si sono viste rifiutare ogni richiesta e procedura per proseguire le indagini e avere giustizia. Il portavoce dello Stato di Guerrero, René Posselt, ha confermato che c’è stato uno scontro, ma ha negato che si trattasse di un attacco diretto ai suoi concittadini, poichè le prove suggerirebbero che l’episodio sia legato alla guerra tra narcos. Stando alle ricostruzioni in loco, tra corpi ritrovati e cittadini scomparsi, l’attacco sarebbe costato trenta morti.
— CDH Minerva Bello (@CDHMinervaBello) January 7, 2024
Una tragedia annunciata
Padre Velázquez, ai microfoni della stampa locale, ha denunciato quella che è una situazione che si protrae da mesi e che a suo dire, avrebbe portato presto a una tragedia di queste dimensioni. Da diverse settimane, infatti, i cartelli della droga avrebbero alzato il tiro, utilizzando sistemi d’arma sempre più sofisticati e letali, tipici di altri contesti di guerra totale. Se ad oggi a farla da padrona erano state granate e fucili d’assalto, dallo scorso weekend la comparsa dei droni per attaccare la comunità di Buenavista ha dato il via a una nuova fase della guerra tra le bande di narcotrafficanti che insanguinano il Paese. Ancora più preoccupante, secondo le organizzazioni locali, il fatto che le comunità abbiano rinunciato a chiedere giustizia e verità anche per i propri cari barbaramente uccisi: segno di una resa totale allo stato delle cose.
I narcos acquisterebbero droni e altri tipi di sistemi d’arma sul mercato civile, spesso d’origine cinese, ispirandosi a tattiche di guerra ormai consuete in Medio Oriente e in Ucraina. Inizialmente, questi metodi erano stati utilizzati con maggiore parsimonia, colpendo obiettivi mirati come avversari, agenti di sicurezza, capoclan. Sempre più spesso, invece, i nuovi strumenti di guerra oggi servono a colpire a distanza senza rischiare troppo, terrorizzare e destabilizzare il territorio nemico, distruggere i blindati autoprodotti dai cartelli concorrenti.
Chi è la Familia Michoacana
La Familia Michoacana, nota anche come “La Familia”, possiede la sua base operativa nello Stato messicano di Michoacan. Un tempo alleata del Cartello del Golfo, dal 2006 ha dato vita ad un clan scissionista. Emersa come organizzazione criminale negli anni Novanta, si trasformò nel braccio armato del Cartello del Golfo per prendere il controllo del mercato della droga nel proprio stato in mano a bande rivali. Ex capo storico del cartello fu Nazario Moreno Gonzalez definito “El Mas Loco”, ucciso dalla Polizia nel dicembre del 2010. Questo oscuro personaggio ha ammantato di leggenda le operazioni del gruppo, dotandole di un sostrato quasi messianico: era infatti convinto che uccidere i propri nemici fosse una sorta di “obbligo divino”. Riconosciuto dai nemici per via di una Bibbia che portava sempre con sé, con appuntati all’interno i suoi ordini morali, diede vita a una sorta di ristrutturazione morale dei propri affiliati, ai quali sarebbe imposto di non fare uso di droghe, bensì di commercializzarle soltanto.