Continuano ad essere agitate le acque in Vaticano a tre settimane dalla pubblicazione della Fiducia supplicans che ha ammesso per la prima volta la benedizioni di coppie di fatto formate da persone dello stesso sesso. La clamorosa sollevazione di una parte consistente di episcopato in tutto il mondo contro l’applicazione del documento ha indotto il suo autore, il cardinale Víctor Manuel Fernández, a scrivere nei giorni scorsi un comunicato stampa con lo scopo dichiarato di far “comprendere meglio il significato della sua proposta”.
Il comunicato stampa
A giudicare dalle reazioni alla pubblicazione del comunicato stampa, l’obiettivo non sembra essere stato raggiunto. Il prefetto per la dottrina della fede è stato piuttosto duro nella redazione del testo, non riuscendo a mitigare la presumibile irritazione per i tanti ‘no’ ricevuti dalle conferenze episcopali – soprattutto africane – e dai vescovi in queste settimane. “Evidentemente, non ci sarebbe lo spazio per prendere le distanze dottrinali da questa Dichiarazione”, ha scritto con tono perentorio Fernández. Parole sorprendenti per un prelato che ad inizio pontificato si era fatto conoscere per dichiarazioni sulla non essenzialità della Curia romana al contrario, invece, della rivendicata essenzialità dei vescovi.
Benedizioni lampo
Uno degli aspetti del comunicato che sta suscitando più dubbi è quello relativo alla ricezione pratica. Già Fiducia supplicans, sostenendo di voler perseguire l’obiettivo di non generare confusione tra matrimonio e unioni cosiddette irregolari o formate da persone dello stesso sesso, oltre a prevedere che non sia “svolta contestualmente ai riti civili di unione”, si soffermava pure sugli “abiti, gesti o parole propri di un matrimonio”. Si deve presumere, dunque, niente giacca e cravatta per gli uomini. Nel comunicato che puntava a chiarificare, Fernández ha aggiunto nuovi dettagli: il prefetto dà un cronometro ai sacerdoti chiedendo loro che la benedizione duri tra i 10 e i 15 secondi. Il prefetto scrive pure che “resta chiaro (…) che non deve avvenire in un posto importante dell’edificio sacro”. Quindi al prete spetta il compito anche di stabilire quale parte di una chiesa è importante e quale non lo è.
La distinzione
Fernández è tornato ad insistere sulla distinzione di queste benedizioni che definisce “pastorali” (virgolette incluse nel testo del prefetto) e che si differenziano da quelle ritualizzate. Un ampliamento della categoria di benedizioni che rappresenta la novità principale di Fiducia supplicans e che è stato contestata dal predecessore del prefetto argentino, il cardinale Gerhard L. Müller. Il teologo tedesco, scelto da Benedetto XVI alla guida dell’ex Sant’Uffizio, ha osservato che “non c’è alcuna base per questo nuovo uso nei testi biblici addotti, né in alcuna precedente dichiarazione del Magistero” evidenziando come sia già esaustiva la differenziazione tra benedizioni e sacramenti.
Questo concetto allargato di benedizione è assolutamente assente nella Sacramentum caritatis di Benedetto XVI dove, a proposito delle coppie di fatto, si chiede esplicitamente ai sacerdoti di evitare “in ogni caso, di benedire queste relazioni, perché tra i fedeli non sorgano confusioni circa il valore del Matrimonio”. Quel documento, risalente al 2007, nasceva sulla base del Sinodo dei vescovi sull’Eucarestia dell’ottobre 2005. Fiducia supplicans, invece, è il frutto di una decisione presa dall’alto da un prefetto di dicastero entrato in carica solamente da pochi mesi. Davanti alle proteste di moltissimi vescovi in tutto il mondo, Fernández però ha deciso di non arretrare e nel comunicato ha utilizzato un linguaggio in cui è difficile non leggere un tono di rimprovero per chi contesta il provvedimento laddove scrive che non è ammessa la “negazione totale o definitiva di questo cammino”.
Il problema della legittimazione
La “benedizione pastorale”, nell’ottica del prefetto, dovrebbe essere un modo per dire sì a queste coppie senza legittimare le loro unioni che vengono considerate in contraddizione con la dottrina della Chiesa. Nel testo del dicastero per la dottrina della fede si ripetono termini come “chiarezza”, “non lasciar dubbi”, “non creare confusione”. Tuttavia, le differenti reazioni delle conferenze episcopali e delle diocesi di tutto il mondo hanno reso evidente che il proposito dichiarato dal dicastero per la dottrina della fede non è stato raggiunto. Lo stesso comunicato stampa del 4 gennaio fatto dal prefetto Fernández per “aiutare a chiarire” rappresenta una conferma delle difficoltà provocate nella Chiesa dalla pubblicazione della Dichiarazione.
In Argentina l’applicazione di Fiducia supplicans dovrebbe consentire di ricevere una benedizione anche alle coppie formate da persone dello stesso sesso ed unite civilmente grazie ad una legge approvata in Parlamento nel 2010. Il più tenace avversario di quella legge fu l’allora arcivescovo di Buenos Aires e presidente della conferenza episcopale, il cardinale Jorge Mario Bergoglio che in una lettera a tutte le carmelitane della capitale scrisse che non si trattava di “un mero progetto legislativo (questo è solo lo strumento) ma del messaggio del Padre della Menzogna che avvicina a confondere e ingannare i figli di Dio”.