Non è la Rai, il programma che ha rivoluzionato il modo di fare tv

Non è la Rai, il programma che ha rivoluzionato il modo di fare tv

Corrono gli anni Novanta quando le adolescenti italiane non vedono l’ora di tornare a casa da scuola per accendere il televisore e sintonizzarsi sulle reti Fininvest, Canale 5 prima e Italia 1 poi, e vedere Non è la rai, la trasmissione nata da un’idea di Gianni Boncompagni e Irene Ghergo. E pazienza se la pasta in tavola raffredda, loro non vogliono sentire ragioni, prima la tv, poi tutto il resto. Vedere centinaia di ragazze, tra i 13 e i 19 anni, ballare, cantare (in playback e con la voce presa in prestito da vocalist professioniste, ndr), giocare e ammiccare, fa venire voglia di oltrepassare il monitor in salotto per catapultarsi in quel mondo allegro e colorato, gli studi del Centro Palatino di Roma.

Le antesignane delle influencer

Il programma, inizialmente rivolto a un pubblico pressoché composto da casalinghe, entra per la prima volta nelle nostre case il 9 settembre del 1991 su Canale 5. Condotto da Enrica Bonaccorti, l’anno successivo il timone passa a Paolo Bonolis, che presenta anche la versione serale, Bulli e Pupe.

Gianni Boncompagni rivoluziona la tv di quegli anni, c’è un prima e un dopo Non è la Rai. In una società in cui non esistono ancora smartphone, Instagram e TikTok, le cento adolescenti di Boncompagni hanno tra le mani un potere che, forse, neanche loro sanno di possedere: plasmare le abitudini di milioni di ragazzine italiane, da Nord a Sud. Ci sono modi di pettinarsi, truccarsi, vestirsi, e persino di atteggiarsi, fortemente influenzati dalle protagoniste del programma, le antesignane delle influencer.

Non è la Rai presto diventa campione di ascolti, affermandosi come un fenomeno culturale che farà storia. Gli studi del Centro Palatino ospitano artisti di fama internazionale all’apice del loro successo, in una fascia oraria, quella del dopo pranzo, su cui oggi non scommetterebbe nessuno. Eppure, in quegli anni, un giorno di aprile del 1994, alle 14, su Canale 5, si esibiscono nientemeno che i Take That, la band inglese da milioni di dischi venduti. Tutti parlano delle ragazze di Non è la Rai, che con le loro facce dominano il merchandising: diari, zaini, magliette, tazze e poster.. Tra i detrattori, invece, figura Vasco Rossi, che nel 1993 dedica alle protagoniste di Italia 1 “Delusa”, canzone inclusa nell’album “Gli spari sopra”. Nel testo, il rocker di Zocca intona: “Sei tu che quando balli così in televisione/Chissà com’è orgoglioso di te tuo papà/ E sì che il gioco è bello così, solo guardare/Però quel Boncompagni lì secondo me”.

Le polemiche

Gianni Boncompagni e Ambra Angiolini

In effetti, in quegli anni il programma sconvolge l’opinione pubblica perché per la prima volta delle adolescenti sgambettano in tv con abiti succinti o addirittura in costume da bagno, incarnando il sogno erotico di milioni di ragazzini alle prese con le prime pulsioni. E, per di più, lo fanno durante l’ora di pranzo, nelle stesse reti televisive dove fino a qualche anno prima Corrado aveva presentato il confortante Il pranzo è servito.

Le numerose accuse al programma vengono, ogni volta, rispedite al mittente da Boncompagni, il quale sottolinea l’assoluto spirito goliardico e innocente delle ragazzine. Al centro Palatino, periodicamente si ritrovano migliaia di adolescenti provenienti da tutta Italia e accompagnate da mamme, zie e nonne per sottoporsi ai provini e realizzare il sogno di entrare a far parte del cast. Perché loro, le ragazzine di provincia, che attraversano l’Italia in treno, addentanto un panino con la mortadella, sognano di diventare famose, di essere riconosciute per strada, di fare innamorare i coetanei e, soprattutto, di diventare come lei, Ambra Angiolini.

Delle cento ragazze, infatti, è l’unica alla quale viene affidata la conduzione del programma in diretta. Un vero e proprio salto nel buio per Boncompagni che affida il successo della trasmissione a una quindicenne e che per non sbagliare un colpo la dota di un auricolare attraverso il quale le suggerisce cosa dire. Ambra, la ragazza con l’auricolare, in pochi mesi diventa l’adolescente più famosa e invidiata d’Italia. A nulla valgono i tentativi delle altre di mettersi in mostra, lei, fiera e tenace come poche, va avanti per la sua strada, decisa a non lasciarsi sottrarre lo scettro della prima della classe. Intanto, fuori dai cancelli di Non è la rai, si accatastano montagne di lettere, peluche, dediche, regali e fiori lasciati dai fan. E loro, le piccole dive che guadagnano centomila lire al giorno e che per la fama hanno persino trascurato gli studi, si godono il momento.

L’ultima puntata

L’ultima puntata, il 30 giugno del 1995, è storia: la telecamera, con le sue riprese dall’alto diventate un tratto distintivo della trasmissione, indugia sulle ragazzine che si abbracciano fra loro, disperate e in lacrime. Molte di loro temono che le amicizie non sopravviveranno alla distanza e, soprattutto, che quel giorno finirà il sogno di sfondare in tv. Col senno di poi, non avevano tutti i torti. Ilaria Galassi, la ragazza bionda con la frangetta, ha da poco dichiarato di lavorare come badante. Antonella Mosetti, dopo aver partecipato ad alcuni reality e aver collezionato alcune ospitate in tv come opinionista, oggi si procura da vivere grazie ai social, tra i quali anche il discusso Only Fans. Poche hanno spiccato il volo, come Ambra Angiolini, attrice e conduttrice di successo, ma anche Claudia Gerini, Sabina Impacciatore, che negli ultimi anni si è affermata a Hollywood come attrice, e Nicole Grimaudo. Calato il sipario, il mito di Non è la rai continua a restare vivo, con le sue luci e ombre.

Leave a comment

Your email address will not be published.