C’è un passato fatto di politca nella pm che oggi si sta occupando dell’inchiesta sull’ormai famigerato sparo al veglione di Capodanno che ha coinvolto il deputato di Fdi Emanuele Pozzolo. Un passato simil-grillino per Paola Francesca Ranieri, sostituto procuratore al Tribunale di Biella, che da Taranto si è trasferita a Parma per intraprendere gli studi universitari e laurearsi a 24 anni in Giurisprudenza con il massimo dei voti. Proprio a Parma è stata folgorata sulla via di Pizzarotti. Quel Pizzarotti che, dopo anni di militanza pentastellata, venne defenestrato dal M5S ingaggiando un brusco duello con il fondatore Beppe Grillo e creando nel capoluogo emiliano il gruppo consiliare «Effetto Parma». Tra i 18 consiglieri eletti ci sarà proprio la Ranieri, che all’epoca si presentava così: «Ho 26 anni, sto preparando il concorso in magistratura, sono diventata attivista perché in questo gruppo sento di potermi fidare delle persone».
La carriera politica comincia all’insegna del motto sempreverde «Uno vale uno». È quello per lei l’orizzonte a cui tendere. In un post su Facebook scriveva: «Ero una tra i tanti con poca fiducia nella politica, per come oggi tende ad essere intesa o vissuta. Ma essere entrata nel gruppo Effetto Parma mi ha fatto ricredere: si può ancora confidare nell’inclusione, nell’ascolto, nel cambiamento, nell’essere noi cittadini il vero motore della realtà in cui viviamo». L’8 marzo 2017, durante la presentazione di lista, simbolo e carta dei valori di «Effetto Parma», con la sua voce soave e apparentemente timida rincarava la dose: «Ci tengo a essere sincera: non sono mai stata una grande fanatica del mondo politico, anzi in parte l’opposto. Se non fosse stato per la persona che è il sindaco Pizzarotti o per la sua squadra, io non mi sarei mai approcciata a questo mondo, loro hanno instaurato un vero e proprio metodo di amministrazione in cui è palese che loro mettono il cittadino prima di tutto».
Dopo un anno, a segnare la fine del corso politico della Ranieri è la «chiamata» della magistratura. «Finisce con un po’ di tristezza, perché ho avuto il prestigio di ricoprire la carica di consigliere comunale, ciò nonostante però anche la futura professione che andrò ad esercitare rientra in quello che si può qualificare come un sogno che ho coltivato da quando avevo 15 anni, è per una giusta causa che mi allontano dal consiglio», racconterà la futura pm. Che, nel curriculum, tra le altre cose vanta la frequenza dei corsi intensivi della Scuola di formazione giuridica avanzata del Consigliere di Stato Francesco Bellomo, finito nel tritacarne mediatico-giudiziario e poi assolto in quanto non è stato considerato reato imporre il dress code minigonna e tacco 12 alle sue allieve, ad alcune delle quali avrebbe mandato anche una serie di sms hot.
Nella carriera giudiziaria della Ranieri, prima dell’inchiesta che vede Pozzolo indagato per lesioni aggravate, si annoverano casi di omicidio e la vicenda Astrazeneca, che suscitò diverse polemiche. Nel marzo 2021, infatti, la Ranieri decise di sequestrare in tutta Italia un particolare lotto del vaccino (quasi 400mila dosi) a seguito dell’apertura di un fascicolo per omicidio colposo di un docente morto il giorno successivo alla somministrazione del siero. Adesso, il caso principe è quello di Rosazza. I riflettori sono puntati, non solo su Pozzolo.