Milano – L’Open Var di Dazn svelerà il mistero, forse. La finta operazione trasparenza, ché tanto hanno sempre ragione loro e se la girano e rigirano come più gli conviene, fra una settimana ci dirà cosa ha spinto il Var Nasca a ignorare la gomitata di Bastoni a Duda, fallo che più fallo non si può e che un buon arbitro, non Fabbri, dovrebbe vedere anche dal campo. Verona furioso («gol da annullare, meritiamo rispetto», il ds Sogliano), Inzaghi imbarazzato («anch’io ho perso partite così»), ma Inter già campione d’inverno, quale che stasera sarà il risultato della Juve.
Decide Frattesi, con un tap-in su papera di Montipò al minuto 94. Anzi no: decide Henry, che al minuto 100 e col Verona in 10 manda sul palo un severo rigore (con Dimarco che gli esulta in faccia poi rimedia sui social, dove al francese vengono recapitate anche minacce di morte). Qui niente polemiche sul fallo di Darmian su Magnani («decisione giusta: ho guardato il mio giocatore negli occhi e Matteo è un ragazzo sincero», parola di Inzaghi). In mezzo, tra Frattesi ed Henry c’è l’errore assurdo di Barella, che per eccesso di generosità anziché calciare a porta vuota e chiudere la questione (Montipò era ancora in attacco per il precedente calcio d’angolo), passa il pallone al compagno Sanchez, marcato e anticipato («ha bisogno del gol, apprezzo il suo gesto», l’assoluzione di Inzaghi, che altro potrebbe dire?).
Una Befana folle, come l’Inter che in 13 minuti ritrova gol e Lautaro, domina e dà l’impressione di chiuderla rapidamente, ma poco alla volta si spegne, adagiandosi su se stessa, rimirandosi e compiacendosi e lasciando che il Verona torni in partita. Già Djuric aveva suonato la sveglia a metà primo tempo, ma nessuno l’aveva sentito. E così, prima di subire il provvisorio pareggio di Henry (tocco di coscia al primo pallone), l’Inter è solo sterile possesso e accademico palleggio. Zero occasioni vere, fatti salvi un gol di Lautaro annullato per fuorigioco di Acerbi e un tiro di Calhanoglu, fuori dai confini della porta. Troppo poco e anche un tantino pericoloso.
Strani anche i cambi di Inzaghi, poi costretto a tenere in campo Lautaro fino all’ultimo istante, non il massimo per un reduce da infortunio muscolare. Anche perché, una volta di più s’è visto che dietro la ThuLa c’è il vuoto. Thuram bene, ma non benissimo. Sgomma come sempre, ma lascia troppa frizione sul prato e perde in efficacia. Sarà la stanchezza. Al suo posto entra Arnautovic, che prima non ha fortuna e addirittura toglie dalla porta (del Verona) un pallone destinato a entrarci (prodezza di Montipò) e poi sbaglia il tocco vincente a un passo dalla riga. Assurdo. I suoi pochi minuti, Sanchez se li gioca da trequartista. Nel solito modo, ma non è certo solo colpa sua. Del resto, dopo averlo prima scaricato e poi ripreso a distanza di un anno, ora l’Inter è lì che spinge perché vada in Arabia.