La commemorazione dei morti della strage di Acca Larentia a Roma ha scatenato le polemiche. Il 7 gennaio 1978, in via Acca Larenzia, nel quartiere Tuscolano davanti alla sede del Movimento Sociale Italiano furono assassinati Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta, militanti di destra negli Anni di Piombo. Poche ore dopo a morire è stato Stefano Recchioni a causa degli scontri che si svilupparono sul luogo del pluriomicidio precedente per le proteste degli attivisti di destra. Nessun colpevole ha pagato per Acca Larentia e oggi la sinistra ha alzato la voce anche davanti a una commemorazione ufficiale, che ha visto la partecipazione di esponenti della Regione Lazio e del Comune di Roma.
In via Acca Larentia oggi c’era anche Francesco Rocca, governatore della Regione Lazio, che è stato accusato da esponenti del Pd romano di non essersi dissociato da presunti saluti romani che sarebbero stati fatti durante la commemorazione. A puntare il dito è stata Emanuela Droghei, consigliere regionale e coordinatore della segreteria del Pd a Roma. “Braccia tese e saluti romani alla commemorazione di Acca Larentia alla presenza del Presidente della Regione Lazio Rocca e della Vicepresidente Angelilli. Commemorare i morti è una cosa, dare copertura istituzionale ad adunate fasciste è altro“, ha dichiarato Droghei, aggiungendo: “Destra e sinistra, negli anni, hanno lavorato per la costruzione di una memoria condivisa delle vittime degli anni di piombo, ma questa manifestazione è un’altra cosa. Rocca e Angelilli ricordino che sono a capo di una istituzione democratica“.
A lei si sono accodati diversi esponenti di sinistra ma il governatore Rocca ha deciso di replicare con fermezza alle accuse, smentendo categoricamente che durante la commemorazione di Acca Larentia qualcuno abbia effettuato il saluto romano. “Le sue accuse sulla commemorazione della strage di via Acca Larenzia sono false, surreali e diffamatorie. La cerimonia istituzionale a cui ho preso parte, e alla quale ha partecipato l’assessore di Roma Capitale Miguel Gotor, è stata estremamente composta e animata dalla sola intenzione di ricordare tre vittime degli Anni di Piombo“. Il governatore ha poi aggiunto, concludendo la sua nota: “Nessun saluto romano davanti ad alcuna carica istituzionale, come lo stesso Gotor può confermare. Se ci fossero stati saluti romani non avrei esitato a stigmatizzarli e a prenderne le distanze. Accusare il sottoscritto di dare copertura istituzionale a adunanze fasciste è diffamatorio e la Droghei ne renderà conto in Tribunale“.