Proseguono le indagini dei carabinieri in merito al caso del cavo d’acciaio teso da parte a parte di viale Toscana a Milano da Alex Baiocco e due complici in una sera di “noia”. Caduta l’accusa di strage per il 24enne già noto alle forze dell’ordine, e con quella anche l’accusa di attentato alla sicurezza dei trasporti, Baiocco subito dopo l’arresto ha fatto il nome dei suoi due complici, dei quali inizialmente ha detto di non conoscerne l’identità. Ai carabinieri, subito dopo l’arresto, aveva dichiarato di averli conosciuti sui social e di sapere solamente i nickname utilizzati online. Una versione che, fin da subito, non aveva convinto gli investigatori. Anche grazie alle chat scambiate da Baiocco nelle ore precedenti il fatto, ai suoi contatti e interazioni, oltre che alle indicazioni dello stesso dopo l’arresto.
Il cerchio degli investigatori si era stretto già dalle ore successive sui due complici, che a differenza di Baiocco sono riusciti a scappare a bordo di uno scooter. Ma nella notte tra sabato 6 e domenica 7 gennaio, uno dei due ha deciso di costituirsi a Monza, anticipando le mosse dei carabinieri, che sarebbero andati a prenderlo. Baiocco lo aveva identificato come “Michele”. Ora si trova in stato di fermo con l’accusa di blocco stradale. Michele, o meglio Michele Di Rosa, è stato indicato da Baiocco come colui ha noleggiato lo scooter elettrico nella notte folle di Milano. Il terzo complice non è ancora stato assicurato alla giustizia ma il cerchio attorno a lui è sempre più stretto. Il primo arrestato lo ha identificato come “Emanuele” e di lui i carabinieri sanno tutto ciò che è necessario per fermarlo. Non si esclude che anche lui nelle prossime ore possa costituirsi prima che le divise si presentino presso il suo domicilio.
Quella che Baiocco ha definito una “bravata” dettata dalla noia ha rischiato di trasformarsi in una strage se non ci fosse stato un testimone che, dopo aver visto i tre in azione, ha avvisato le forze dell’ordine. Le pattuglie dei carabinieri si sono presentate sul posto in appena tre minuti e subito dopo aver rimosso il cavo d’acciaio hanno dato la caccia agli autori. Baiocco, a differenza degli altri due, non è riuscito ad allontanarsi dal posto ed è stato fermato a 600 metri da dove era stato teso il cavo mentre i complici, grazie allo scooter, sono riusciti a far perdere le proprie tracce in pochi minuti.