Yildiz, la linguaccia e il piede di maestro Del Piero

Yildiz, la linguaccia e il piede di maestro Del Piero

Torino – Predestinato. Con anche tanta fame, il che non fa mai male. Perché va bene il talento, ma chi non ha dentro il sacro fuoco, rischia di sfruttare solo in parte le proprie potenzialità. Kenan Yildiz, 19 anni da compiere il 4 maggio, non pare correre questo rischio: «Quello che decide il boss a me va bene», ha dichiarato pochi giorni fa dopo avere abbagliato il mondo bianconero con la prima vera apparizione condita da un gran bel gol contro il Frosinone. Il boss è ovviamente Allegri e tra i due la scintilla è scattata in tempi non sospetti, non solo recentemente insomma. Poi è vero che la calma sempre predicata dal tecnico livornese fa innervosire qualcuno, però è un fatto che in questa parte di stagione il ragazzino turco a segno anche due sere fa in Coppa Italia contro la Salernitana con un gol che ha ricordato l’irriverenza del primo Baggio e/o del primo Del Piero – ha visto il campo come mai prima: altri allenatori lo avrebbero probabilmente gettato nella mischia con qualche settimana (mese?) di anticipo, ma Allegri è fatto così: zero esaltazioni, testa bassa e tanto lavoro. «Kenan è intelligente lo ha promosso l’allenatore – e potrà avere un futuro molto importante».

Nato a Ratisbona, Yildiz ha già esordito con la nazionale maggiore del proprio Paese: la passione per il pallone l’ha ereditata da papà Engin che, senza essere stato calciatore professionista, gli ha trasmesso l’etica del lavoro. Tanto per fare capire le aspettative che lo hanno sempre circondato, a soli dieci anni di età – quando era nelle giovanili del Bayern Monaco – Yildiz è diventato il più giovane calciatore di sempre a diventare testimonial per l’Adidas. Ovviamente il Bayern non se ne sarebbe mai liberato, ma la Juve è stata brava a convincerlo a trasferirsi a Torino a parametro zero nell’estate 2022 (il suo attuale contratto scadrà nel 2027) e il fascino dell’idolo Del Piero ha fatto il resto: l’esultanza con la linguaccia di fuori (foto Lapresse) è infatti una dedica all’ex capitano bianconero. Appassionato di serie tv e di musica rap, segue anche il basket Nba avendo come idoli Steph Curry, Ja Morant e soprattutto Kobe Bryant: uno che grazie al talento e a una mentalità unica è arrivato in cima al mondo. La qual cosa, perché no, potrebbe capitare anche a lui: intanto, domani a Salerno, potrebbero arrivare altre magie.

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