Avrebbe inviato ad un connazionale immagini pedopornografiche, che ritraevano il proprio figlio sottoposto ad abusi. E sulla base di queste accuse, è finito in manette. Protagonista della vicenda in questione, che arriva da Bolzano, è un cittadino di nazionalità turca. A rendere noto l’episodio nelle scorse ore è stata la stampa locale, sulla base del report pubblicato dalla polizia postale che illustra gli ultimi interventi degli agenti in merito al contrasto della pedopornografia online. E in quest’ottica, nel mirino dei poliziotti era finito il cittadino straniero: secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l’uomo avrebbe più volte inviato attraverso il social media X (il nuovo nome di Twitter, a seguito dell’acquisizione da parte di Elon Musk) del materiale pedopornografico ad un altro cittadino turco. E non è tutto: sempre secondo la ricostruzione degli investigatori, le foto in questione ritraevano il figlio. Lo straniero sarebbe stato insomma accusato di aver sottoposto l’erede ad abusi sessuali, registrando il tutto con lo smartphone o altri dispositivi digitali.
Sulla base degli indizi raccolti in precedenza, gli esponenti delle forze dell’ordine hanno quindi effettuato una perquisizione nell’abitazione dell’uomo. E al termine dell’operazione, il cittadino straniero è stato arrestato: si trova attualmente in carcere, in attesa di eventuali sviluppi. “Il personale della sezione operativa per la sicurezza cibernetica della polizia postale e delle comunicazioni di Bolzano ha eseguito, congiuntamente al personale del Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online, la perquisizione nei confronti di un soggetto di nazionalità turca – si legge nel resoconto dell’attività condotta dalla polizia postale – lo stesso inviava ad un suo connazionale immagini a contenuto pedopornografico su Twitter. Dall’analisi delle suddette immagini veniva identificato il figlio infante dell’indagato, il quale veniva sottoposto ad abusi sessuali registrati con dispositivi digitali. L’attività si è conclusa con l’esecuzione della misura cautelare in carcere nei confronti del padre della vittima”.
Il medesimo report specifica inoltre come, a fronte di un numero complessivo di casi in diminuzione a livello nazionale, non sembra ridursi il rischio per bambini e preadolescenti di essere oggetto di attenzioni sessuali da parte di adulti, mentre sono online, guardando i loro video preferiti e giocando ai videogiochi. Le denunce relative ai casi di adescamento online raccontano di un numero di casi in lieve flessione, più alto per le fasce di potenziali vittime che non superano i 13 anni. Si è rilevato infine un incremento dei casi di “sextortion” (ovvero estorsioni effettuate con materiale sessualmente esplicito) considerato negli ultimi anni un evidente fronte di rischio per i minori.