Dopo una lite scoppiata intorno alle 23 di venerdì sera un giovane tunisino poco più che ventenne è rimasto ucciso a seguito di alcune coltellate, di cui almeno una al torace. È accaduto a Pisa, in piazza Vittorio Emanuele, vicino all’ufficio delle Poste, a poca distanza dalla centralissima Corso Italia e dalla stazione ferroviaria. La zona non è nuova a episodi di criminalità, legati perlopiù a fenomeni di spaccio di droga o alla presenza di sbandati. Quando i carabinieri sono arrivati sul posto si sono trovati di fronte una distesa di sangue di ampie dimensioni oltre a cocci di vetro sparsi per terra.
Gli inquirenti, cha hanno già ascoltato alcuni testimoni, stanno setacciando le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona per cercare di individuare ogni dettaglio, anche il più piccolo, che permetta di dare un nome all’assassino e ricostruire la dinamica di questa notte di paura, finita con la morte di una persona. Potrebbe essersi trattato di un regolamento di conti, più difficile l’ipotesi di un agguato. L’aggressore dopo la coltellata mortale si è dato alla fuga, probabilmente ferito anche lui.
Da anni a Pisa si parla della pericolosità della zona della stazione, cercando inutilmente di porvi rimedio. Gli sforzi sono lodevoli, sia ben chiaro, ma i risultati, a ben vedere, sono pochi. Il problema, ovviamente, non è riconducibile solo al controllo del territorio. Anche perché presidiare militarmente una piazza, o un intero quartiere, vorrebbe dire, molto semplicemente, spostare chi delinque in un’altra zona. Le forze dell’ordine servono, e non sono mai abbastanza. Ma rivitalizzare le zone più degradate è una missione che richiede anche altre ricette politiche.