“Curva come se fosse sulle rotaie”: Julia Roberts e la Lotus di Pretty Woman

"Curva come se fosse sulle rotaie": Julia Roberts e la Lotus di Pretty Woman

Edward Lewis sarà pure un affarista miliardario, ma quella macchina non sa proprio condurla. Gratta penosamente le marce, mentre accosta al marciapiede. Meglio radunare le idee. E poi gli servono indicazioni. Quando le chiede a Vivian Ward, una giovane prostituta che fluttua lungo Hollywood Boulevard, la sua inadeguatezza rispetto alla coupé che sta guidando si amplifica. Perché Lewis – il fascinoso Richard Gere nel film, Pretty Woman, of course – non pare essere consapevole delle potenzialità di quel bolide.

Trattasi, infatti, di una Lotus Esprit SE. Concepita dalla Lotus Car agli inizi degli anni Settanta, linee risolute opera di Giorgetto Giugiaro (su espressa richiesta del patron Colin Chapman), la macchina seduce per l’assetto senza compromessi, rigidamente sportivo. Quella usata per il film era un esemplare unico, costruito appositamente nel 1989. Trazione posteriore, due carburatori ed un motore intricato, un 4 cilindri in linea di 1975cm3 bialbero a 16V che ruggisce con 157 CV, passava da zero a cento in nemmeno sette secondi. Venne prodotta fino al 2004. Oltre diecimila esemplari usciti luccicanti dai nastri del montaggio la rendono il maggior successo del brand.

Chinarsi per entrarci dentro era un’esperienza: alta appena 1 metro e 12 cm, lunga 4,19, questa vettura rispondeva perfettamente al dogma Lotus: super sportiva e leggera. Pesava circa 1000 kg, grazie alla carrozzeria in vetroresina montata su un telaio a trave centrale.

Così eccolo, Gere, che accosta muovendosi a scatti. E Julia Roberts, alquanto perplessa, che gli propone di accompagnarlo per un tratto per dargli tutte le indicazioni giuste. Comprese quelle sulla macchina, si intende. “Curva come se fosse sulle rotaie” è la celebre battuta uscita dalle labbra della diva, convinta che Gere stia mostrando soltanto un piccolo percentile dei pregi di quell’auto.

Il miliardario non obietta e, anzi, capisce che per arrivare al suo albergo forse è preferibile cedere il volante. Anche una perfetta sconosciuta – peraltro notevolmente ammaliante – può cavarsela meglio di lui. “Allaccia le cinture – gli suggerisce Vivian/Julia, parlando sopra il tuono del motore – ora ti mostro di cosa è capace davvero questa macchina”. Rombano via lungo il Boulevard, Edward rannicchiato sul sedile, Vivien che affonda il pedale fogorando i semafori, divorando interi isolati. Fari rigorosamente alzati per fendere il petrolio della notte e per contribuire ancora di più a quel look da supercar fatalona.

Arrivano all’albergo e il portiere chiede se il miliardario userà ancora la macchina, per quella sera. Per fortuna no, dice lui. Da basso, la Lotus se la ride: nel suo stretto abitacolo ha appena creato una storia nuova.

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