Prima scena: Roberto Saviano che, all’alba del 2024, ancora scrive e ancora parla, ignaro che l’unico soggetto obbligato a riservargli una forma di rispetto (quello del contratto) è un certo Corriere della Sera che ieri gli ha pubblicato un incredibile articolo sulle armi circolanti in Italia (articolo auto-portante, basato sui suoi pensierini) e tutto partendo, ovviamente, dal fondamentale colpo di micro-pistola regolarmente detenuta sparato (forse) da un parlamentare che ieri è stato deferito e sospeso dal suo partito, Fratelli d’Italia.
Seconda scena: ragazzi, ragazzini e ritardati culturali che di sera, dopo la puntata di Gomorra «da un’idea di Roberto Saviano», si riversano nel napoletano in scooter per pazziare a suon di «stese», le sparatorie delle baby gang che fanno fuoco contro tutto senza un senso preciso, distruggendo vetrine e arredi urbani; una flotta spavalda ed ansiosa all’idea di aderire a un importante cartello criminale, e, nell’attesa, divertita nel fare un apprendistato con quella camorra la cui immagine Saviano ha riqualificato più di chiunque, esaltando un vivere senza Stato sin da bambini, con migliaia di bambinelli che per anni hanno sfilato per i casting di Gomorra imitando i tagli di capelli e i tatuaggi ispirati ai vari attori, senza esempi positivi o figure sane, senza mai polizia. Citiamo qualche fonte: delle «stese» aumentate la sera dopo le puntate di Gomorra hanno parlato vari commissari di polizia e persino un difensore dell’immagine di Napoli come l’ex sindaco Luigi De Magistris, con cronache di giornale che citavano bambini di 9 anni dotati di armi (vere) per «giocare» come in tv, mentre i più piccoli, di giorno, mimavano gli spari. Altra fonte interessante, sul tema, potrebbe essere l’Associazione Gioventù cattolica di Napoli, oppure il penalista Angelo Pisani, avvocato piuttosto noto a Napoli: «Il successo ha trasformato Gomorra in una pseudo griffe culturale per le nuovissime generazioni Gomorra ha una parte di responsabilità in quello che sta accadendo nelle strade, perché propone un modello culturale sbagliato e solo esempi negativi È una serie all’americana dove i camorristi sono belli, forti, uccidono e non hanno paura di essere uccisi Gomorra non ha prodotto alcun effetto nella classe politica locale né tanto meno in quella nazionale, come si è visto. Portata in tv, assume invece effetti devastanti su quei figli di nessuno che vedono nei clan e nella violenza l’unica impresa pronta ad investire su di loro».
Si torna alla prima scena, con Saviano che, dopo una citazione di Cechov, va di carpiato: «Gli incidenti di Capodanno arrivano nel dibattito di cronaca nazionale, ma incidenti analoghi accadono in ogni momento dell’anno e nella parte maggiore dei casi restano relegati all’invisibilità Non sappiamo con un dato certo quante armi legali circolino in Italia e a leggere i dati sono proprio le istituzioni che non li rendono formalmente accessibili». Avete letto bene: a leggere i dati, lo Stato non rende accessibili i dati.
Per intanto, Saviano potrebbe accontentarsi dei dati che sono ampiamente disponibili dalle «sue» parti, dove Gomorra ha avuto il suo peso culturale. Ieri, su internet, si leggeva che i carabinieri di Scampia hanno diffuso un video in cui delle vedette anche minorenni presidiavano il territorio giocando con delle armi; il 26 settembre furono arrestate 14 persone (due minorenni) per porto e detenzione illegale; nel video si vede che puntano le armi alla nuca del compagno e scherzano, mostrando le pistole ai bambini che giocano attorno. Da gennaio 2023, i carabinieri hanno sequestrato 71 armi da fuoco, 98 armi da taglio e 45 armi improprie tipo tirapugni, mazze e nunchaku. Nello stesso periodo, tra Bagnoli e Traiano, sono state arrestate 79 persone (per armi illecite) e altre 121 sono state denunciate a piede libero: tra queste 11 minori. Si sono contate 175 aggressioni con armi da fuoco e 50 aggressioni con armi da taglio. Potremmo citare molti altri dati (come quelli diffusi in marzo a Napoli circa la fascia d’età 12-14 anni) ma Roberto Saviano, sul Corriere, ha preferito partire dal fondamentale cenone di Capodanno a Biella per poi annotare che in Italia sulle armi non ci sono dati (perché li nascondono) e i pochi disponibili, a suo dire, sarebbero quelli di «Small Army Survey» (sbaglia anche a scriverlo: si chiama Small Arms Survey) che è un centro di ricerca svizzero «considerato tra i più autorevoli al mondo»: da Saviano. Il quale dovrebbe, forse, continuare a parlarci di gomorra e dei suoi effetti: moglie e buoi dei plagi tuoi.