Chi sarebbe stato il trionfatore del mercato librario italiano nel 2023 lo si era capito sin dal primo mese dell’anno, sin dal gennaio scorso. Esiste una passione mondiale per le vicende degli Windsor che dura dai tempi della regina Vittoria e che è cresciuta, esponenzialmente, dopo la morte di Lady Diana. Dalle serie televisive ai libri, qualunque cosa ruoti attorno alla monarchia britannica si trasforma in business sicuro. Ecco che allora il successo di Spare. Il minore (Mondadori), scritto dal Principe Harry con il non indifferente aiuto del ghostwriter – e premio Pulitzer – J. R. Moehringer, era largamente prevedibile, contando anche il buon numero di panni reali sporchi che esponeva in pubblico. In Italia ha venduto la bellezza di 289mila e duecentotre copie, secondo i dati Nielsen. Decisamente un buon risultato anche se il libro più venduto del 2022 aveva fatto meglio e anche il libro più venduto del 2021. Il fabbricante di lacrime della non più misteriosa Erin Doom aveva raggiunto, nel 2022, le 330mila e cinquecentosettantuno copie, Cambiare l’acqua ai fiori (e/o) di Valérie Perrin, nel 2021, le 297mila e centonovantacinque copie.
Ci sono poi dei libri che invece hanno superato ogni previsione. In primo luogo l’esordio letterario di Francesca Giannone: La portalettere (Nord). Questo libro che incrocia storia italiana e vicenda familiare, la protagonista è la bisnonna della scrittrice, ha convinto ben 272mila lettori e spiccioli. Davvero tantissimi per un esordio. Brava la Giannone ma bravi anche alla Nord, casa editrice che, grazie soprattutto al fiuto di Cristina Prasso (uno dei talenti più silenziosi e discreti dell’editoria), ha ridato vita ad un genere letterario. Basti pensare al successo gigantesco della saga dei Leoni di Sicilia (la saga dei Florio raccontata da Stefania Auci) o a titoli come Al di qua del fiume di Alessandra Selmi.
L’altro successo assolutamente a sorpresa è quello del generale Roberto Vannacci che, autopubblicandosi, ha conquistato librerie e lettori con un colpo di mano degno delle forze speciali. Un blitzikrieg da 184mila e quattrocentodieci copie. Il suo Il mondo al contrario potrà piacere o non piacere, essere o non essere la rimasticatura di idee che scrittori – vedi Douglas Murray – di destra e non hanno espresso in modo più articolato, ma l’entità del successo è tale che evidentemente ha riempito un vuoto culturale. Per altro il generale, questa volta involontariamente (o forse no?) è riuscito anche a sfatare un altro mito del mondo librario, oltre a quello che se non si ha un editore forte non si va da nessuna parte. Ovvero che le recensioni dei giornali per vendere servano poco o nulla. Il libro bersagliato da tutti gli intellettualoni e da tutti i giornaloni, soprattutto se di sinistra, ha goduto di un lancio pubblicitario che nemmeno il suddetto principe Harry.
Non resta che commentare altri tre titoli della Top ten 2003. Al terzo posto troviamo Tillie Cole con Dammi mille baci (Always Publishing) che ha raggiunto la bellezza di 220mila e settecentootto copie. Il successo di questa autrice che viene da un paesino del nord-est dell’Inghilterra è la conferma che comunque il genere young adult continua ad essere una delle colonne portanti delle vendite librarie. Non sono i giovani a leggere poco: sono gli adulti. Va notato anche il buon risultato dell’ultimo romanzo di Michela Murgia, Tre ciotole (Mondadori) che si è posizionata al quarto posto con 4mila copie (e spiccioli) di vantaggio sul generale Vannacci. L’ultima narrazione pubblicata in vita dalla scrittrice, un romanzo fatto di vite incrociate, è stato un successo assoluto, indubbiamente anche per la malattia e la morte dell’autrice. Allo stesso modo si è costruito il successo di Come d’aria (Elliot) di Ada D’Adamo, morta quest’anno e vincitrice postuma dello Strega. Senza tornare al noto caso di Guido Morselli, sarebbe bello che gli autori li si leggesse al di là del dato biografico e senza aspettare che il dato biografico volgesse in tragedia.