Un mezzo spavento iniziale. Ma la Juventus non poteva non avere la meglio su una Salernitana imbarazzante (6-1) per pochezza tecnica e sventatezza tattica: i bianconeri staccano così il biglietto per i quarti di finale di Coppa Italia e giovedì prossimo ospiteranno il Frosinone per lanciarsi verso la 15^a conquista del trofeo.
E allora: strafalcione di Gatti dopo un minuto e vantaggio ospite siglato da Ikwamesi, poi gol di Miretti e Cambiaso già nel primo tempo (nella ripresa sarebbero poi arrivate le reti di Rugani, l’autogol di Bronn e le reti di Yildiz e Weah) a ribaltare una partita che avrebbe anche potuto prendere una piega pericolosa. Siccome però Filippo Inzaghi aveva in testa più la gara di campionato di domenica prossima, sempre contro la Juve ma stavolta in casa propria, ecco che il turnover non gli poteva essere amico: i campani si dimostravano insufficienti in parecchi giocatori e, con un atteggiamento per di più iper offensivo, prestavano subito il fianco al desiderio di rimonta dei padroni di casa. Sulla spinta di Chiesa e Cambiaso, la Signora trovava insomma in fretta il modo di recuperare: Miretti pareggiava su assist dell’ex giocatore di Genoa e Bologna, bravo poi a trovare la rete del vantaggio su azione d’angolo. In entrambe le circostanze era protagonista anche Chiesa, al rientro da titolare e forse stimolato anche dalla crescente concorrenza di Yildiz. Senza strafare, i bianconeri andavano insomma al riposo con già un piede e mezzo nei quarti di finale, avendo anche reclamato un rigore (concesso da Ghersini ma negato dal Var) e sfiorato il raddoppio con i soliti Chiesa e Miretti. In pratica, la gara finiva lì: Rugani metteva al sicuro il punteggio appena cominciata la ripresa e il resto del match con altri tre gol – veniva giocato perché proprio non se ne poteva fare a meno. Poco più di un allenamento per la Juve (nel finale esordiva anche Nonge, 30esimo ragazzo della Next Gen ad arrivare in prima squadra), un incubo per la Salernitana la cui gita a Torino era stata nobilitata nel pomeriggio dall’omaggio reso a Superga per onorare la memoria del Grande Torino. Domenica, appunto, si replica: scherzi del calendario dovuti alla sovrapposizione delle due manifestazioni. Con una Salernitana meno raffazzonata di quella vista ieri sera in uno Stadium comunque esaurito.