Leggermente in ritardo rispetto alla tradizione sta per prendere il via la classicissima maratona del deserto d’inizio anno. La 46a edizione del Rally Dakar si svolgerà per la quinta volta nella sua lunga e complicata storia tra i deserti e le montagne dell’Arabia Saudita, tra panorami e scenari affascinanti che metteranno a dura prova auto, moto e camion arrivati nella penisola arabica per il rally raid più prestigioso del panorama motoristico mondiale. Vediamo quindi quali saranno le difficoltà del percorso, i favoriti per la vittoria finale e quali potrebbero essere i piloti italiani da tenere d’occhio tra i mille avventurieri alla partenza.
Quasi ottomila chilometri nel deserto
Il Rally Dakar, erede della mitica Parigi-Dakar che, a partire dal 1978 ha appassionato generazioni di tifosi delle ruote artigliate, prenderà il via venerdì 5 gennaio dalla città di Al-’Ula, un’antica oasi vicino a Medina diventata importante grazie alla via dell’incenso, per concludersi dopo 12 tappe nell’importante porto petrolifero di Yanbu il 19 gennaio. Le 12 tappe avranno una lunghezza molto importante, come da tradizione: i 7.900 chilometri, dei quali ben 4.727 di prove speciali, sono stati pensati per offrire una sfida ancora più impegnativa ai maestri della navigazione nel deserto. Le due settimane vedranno un periplo del vasto regno arabo, attraversando la capitale Riyadh, il deserto più profondo del cosiddetto Empty Quarter, ma anche luoghi che stanno diventando sempre più popolari tra gli amanti dell’avventura come il Rub’ al Khali e il Wadi Rum.
L’Aso, la storica organizzazione francese responsabile del Tour de France, si dice convinta che questo è il percorso non solo più lungo ma anche il più difficile mai tracciato in Arabia Saudita, paese dove, fortunatamente, non ci sono i problemi di sicurezza che costrinsero molti anni fa ad abbandonare lo storico percorso nel Sahara. Il prologo di venerdì di 27 chilometri sarà solo un riscaldamento prima di tre prove speciali da oltre 400 chilometri l’una che vedranno le difficoltà ambientali e di tracciato crescere progressivamente. Tra l’11 e il 12 gennaio l’Aso ha voluto tornare alle origini della Dakar, ai bivacchi nel deserto che hanno popolato i sogni degli amanti dell’avventura per decenni.
Per 48 ore, tra l’11 e il 12 gennaio, per attraversare l’Empty Quarter sarà vietato ricorrere all’assistenza: i concorrenti avranno a disposizione solo tenda, sacco a pelo e una razione di cibo per passare la notte. Dopo il trasferimento aereo nella capitale, la settima tappa sarà di ben 873 chilometri, più della metà in prova speciale, uno sforzo che potrebbe causare scossoni alla classifica. Prima della passerella finale, la tappa da Al-’Ula a Yanbu si svolgerà sullo stesso percorso del 2023, quando le sorprese non mancarono di sicuro.
Spazio anche ai veicoli elettrici
Per offrire sempre più opzioni ai malati di deserto, l’organizzazione ha espanso ancora le categorie ed i veicoli che sarà possibile usare per questa nuova Dakar. A parte le tre classiche auto, moto e camion, torneranno i potenti quad ma anche le classiche, quelle auto e moto anni 80 e 90 che sono ancora ben vive nella memoria degli appassionati. Ci sarà anche spazio per i prototipi speciali, quelli che una volta si chiamavano buggy ma anche per i cosiddetti Ssv, veicoli leggeri derivati dalla serie fatti apposta per i terreni soffici come la sabbia. Non potranno, poi, mancare i veicoli elettrici o ibridi, divisi in numerose sottocategorie ma accomunati dalla denominazione Mission 1000, auto laboratorio per soluzioni che potrebbero presto arrivare sulle vetture di serie.
Dakar Future
A laboratory to test sustainable vehicles of tomorrow
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Tutti contro Al-Attiyah
A parte il fascino del deserto, l’attenzione degli appassionati sarà certo rivolta ai piloti in corsa, pronti a dare il massimo per portare a casa una vittoria storica. Il favorito d’obbligo è il cinque volte vincitore Nasser Al-Attiyah, che dopo due vittorie con la Toyota ha deciso di passare alla Prodrive, che si presenterà ancora con il suo buggy Hunter T1+. Lo schieramento presentato dalla ditta inglese è di tutto rispetto e non dovrà affidarsi al complicato sistema ibrido dell’Audi: accanto al pilota arabo ci sarà infatti il nove volte campione del mondo di rally Sebastien Loeb, alla ricerca disperata della prima Dakar dopo ben sette tentativi falliti. La delusione dell’anno scorso, quando nonostante un’incredibile rimonta, finì alle spalle di Al-Attiyah, sicuramente spingerà il pilota alsaziano a dare il massimo.
The countdown to 2024 Dakar is on. Starting this Friday, 5th January until the 19th, you can watch all the action from the stages via the @dakar rally website and app.
For coverage listing head to the website and click on the “Official Broadcasters” tab to see if your region… pic.twitter.com/9tX1jnPdKJ— Prodrive (@prodrive) January 2, 2024
La concorrenza è però molto agguerrita, dalla Ranger T1+ della Ford guidata dallo spagnolo Nani Roma alla Toyota di Giniel de Villiers e del giovane brasiliano Moraes, terzo l’anno scorso, fino allo squadrone Audi che affiderà la sua nuova versione della RS Q e-Tron a due veterani come Stephane Peterhansel e Carlos Sainz Sr. Prima di lanciarsi nell’avventura della Formula 1 con la Sauber, la casa dei quattro anelli vorrà certo vendicare il pessimo risultato del 2023. Tra le moto, poi, gara a tre tra la Ktm del campione in carica Kevin Benavides, lo squadrone Honda guidato dall’esperto Van Beveren e gli alfieri della GasGas Sunderland e Sanders.
Il sogno di Gioele Meoni
Vista la lunga storia d’amore tra l’Italia e la Parigi-Dakar, anche quest’anno ci saranno parecchi ardimentosi pronti a sfidare il deserto arabo. Numeri che impallidiscono rispetto ad alcune edizioni dell’epoca d’oro del rally raid ma che comunque sono discreti. Quasi trenta, infatti, i partenti tra moto, auto e camion, con deciso vantaggio per i centauri, molti dei quali si affideranno alle collaudate Ktm. La storia più affascinante è sicuramente quella di Gioele Meoni, che, in sella alla moto austriaca, si presenta alla gara vinta due volte dal padre Fabrizio per rispettare la promessa che gli aveva fatto prima della sua tragica morte nel 2005 in un incidente.
Il centauro fiorentino aveva sperato di poter correre con suo padre ma quella maledetta duna in Mauritania gli negò questa gioia: Gioele ha deciso quindi di partecipare per raccogliere fondi da destinare alle scuole in quella Dakar che il padre amava tanto. Attraverso il sito Dakar4Dakar, Gioele si impegnerà per finanziare i progetti umanitari nati per volontà di Fabrizio, che voleva trovare un modo per restituire alla gente del Senegal qualcosa di concreto.
La gara “social” di Rebecca Busi
Tra gli altri equipaggi, occhio a Paolo Lucci con la Ktm, che potrebbe dire la sua in qualche tappa speciale, i fratelli Tito e Silvio Totani, veri e propri appassionati che passano dalla loro concessionaria all’Aquila alle sabbie del deserto su una Nissan Patrol fino alla storia molto particolare della bolognese Rebecca Busi, unica azzurra tra le 20 donne presenti alla Dakar 2024. A 27 anni la pilota di rally è già alla terza Dakar ed è figlia d’arte, visto che il padre Roberto aveva partecipato tre volte in moto al leggendario Rallye des Pharaons.
Dopo due gare da privata, lanciando il cuore oltre l’ostacolo, stavolta è tra i professionisti ed ha passato due settimane nel deserto dell’Atacama in Cile per prepararsi alla sfida. La scelta dello sponsor, la controversa piattaforma Onlyfans, ha fatto sollevare più di un sopracciglio ma alla tostissima Rebecca non importa molto: l’unica cosa che conta è seguire il suo sogno da bambina.
Come seguirla in tv
Vista la lunghezza delle tappe di questo raid tra le dune, non sarà possibile seguire tutta la gara in diretta. Gli appassionati, però, non avranno problemi a rimanere aggiornati sulla battaglia nel deserto saudita, visto che sia Eurosport che Discovery+ garantiranno un’ampia copertura. A parte i report e gli aggiornamenti in diretta disponibili sia sul sito che sull’app, ci sarà la tradizionale finestra quotidiana su Eurosport 2. A partire da venerdì 5 gennaio alle 21, ogni giorno ci sarà un programma dedicato con molti contenuti, gli highlights della tappa del giorno, le interviste e le storie più interessanti della 46a edizione della corsa più dura al mondo.