Milan: linea baby causa infortuni

Yildiz, Traorè e i loro fratelli. La serie A si riscopre sfrontata

Dice Stefano Pioli a proposito di Luka Jovic, serbo di Loznica, 26 anni appena festeggiati, 5 gol nelle ultime 7 apparizioni: «Ha grandi qualità, deve crederci ancora di più. È arrivato che non era in condizione, ora sta bene fisicamente e mentalmente, deve insistere e continuare con queste ambizioni e motivazioni». Una pagellina completa. Che tiene conto anche del particolare carattere di questo centravanti di stampo antico che ha una particolare predilezione al gol.

I due gol col Cagliari hanno procurato un effetto pittoresco proprio sui social dove era stato «battezzato» inadatto – per usare un eufemismo – al calcio e in particolare al Milan. Sono bastati quei due sigilli in coppa Italia per invertire la marcia dell’opinione social e far spuntare addirittura l’idea pazza di poter sostituire in campionato Giroud con Jovic a causa del ritardo del francese nel timbrare il cartellino, specie a San Siro. Sono le follie del web che non bisogna mai inseguire e dalle quali è giusto stare lontani. Lezione colta al volo anche da Rafa Leao che, tornato al gol col 4 a 1 conclusivo, è andato sotto la curva sud a ringraziare quel popolo che non ha mai smesso, nemmeno col Sassuolo, di sostenerlo.

L’altro rischio è quello di considerare la prova degli under 20 schierati in gran numero martedì sera col Cagliari come già definitiva per sollecitare il salto in serie A. Dev’essere questo il dibattito dietro le quinte in vista del mercato con la ricerca di almeno due difensori (uno, Gabbia, già arrivato) registrato a casa Milan. Il vero rischio è quello di segno contrario: e cioè di bruciare qualche talento genuino nelle curve della stagione quando invece è ai più maturi esponenti che si richiede l’atto di responsabilità. Non a caso col Cagliari poi il risultato è stato sigillato da un paio di accelerazioni di Theo Hernandez e dalla precisione del cecchino Jovic.

Va invece seguita con grande attenzione la cifra tecnica di alcuni giovanotti della primavera rossonera distinguendo caso da caso. Un esempio di scuola su tutti: se Bartesaghi non avesse avuto in settimana l’influenza suggerendo a Pioli di lasciarlo in panchina fino agli ultimi minuti, probabilmente l’avremmo visto al posto dello spagnolo Jimenez che invece ha giocato su quel binario di sinistra e si è distinto non solo nel duello uno contro uno ma anche nell’accompagnare l’azione offensiva. Antonio Mirante, portiere esperto, lo ha definito tra i più promettenti della compagnia. Alex Jimenez, classe 2005, proviene dalla cantera del Real Madrid, può diventare l’erede di Calabria o dello stesso Theo ma dev’essere riscattato definitivamente.

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