Volevano solo divertirsi, a detta dell’unico responsabile al momento fermato dai carabinieri, i ragazzi ritenuti colpevoli di aver teso un cavo d’acciaio ad altezza d’uomo nel bel mezzo di viale Toscana a Milano, nei pressi dell’incrocio con via Ripamonti. Non solo, dato che avrebbero ripreso la scena col cellulare per poi caricare il video sui social.
Un gesto pericolosissimo, che avrebbe potuto causare conseguenze molto gravi per automobilisti e soprattutto motociclisti in transito lungo quel tratto di strada. Per fortuna, insospettito da alcuni rumori provenienti dall’esterno, un ragazzo di 26 anni residente in un condominio sito in via Ripamonti, si è reso conto di cosa stava accadendo ed è intervenuto, provvedendo anche a inoltrare una segnalazione alle forze dell’ordine.
I fatti si sono verificati nel cuore della notte tra mercoledì 3 e giovedì 4 gennaio, intorno alle ore 2.35. A raccontafre i fatti è l’unico testimone, il 26enne Nicola Ricciardelli, originario di Caserta ma attualmente a Milano per motivi di lavoro, dove svolge la professione di consulente bancario.
“Verso le 2.30 del mattino ho iniziato a sentire dei rumori strani”, racconta il ragazzo in un’intervista concessa a Repubblica. “Mi sono affacciato e c’erano dei ragazzi che al cartello del limite di 30 chilometri orari stavano tendendo un filo d’acciaio. Quando ho capito cosa stavano facendo gli ho urlato qualcosa e sono scappati via”, prosegue. Pochi istanti dopo passa la prima auto. “Ha preso in pieno il cavo”, spiega il 26enne, “penso che si sia molto danneggiata. I ragazzi sono passati di nuovo cinque minuti dopo, ridevano e scherzavano, come se nulla fosse…ridevano per il rumore che aveva fatto la macchina colpendo il cavo”. Quel cavo, teso a circa 1.40 m da terra tra il palo della segnaletica e un corrimano della linea 91 Atm avrebbe potuto provocare una strage se fossero passati più mezzi, diventando una vera e propria ghigliottina soprattutto per chi viaggiava su due ruote. “Se fosse passato un motorino, il conducente sarebbe di sicuro morto”, considera il giovane.
Ricciardelli, che ha ripreso con il proprio smartphone i tre ragazzi responsabili del terribile gesto, contatta immediatamente le forze dell’ordine e lancia l’allarme. I militari del Radiomobile si precipitano sul posto, provvedendo innanzitutto a tagliare con un paio di cesoie il pericoloso cavo e quindi dando avvio alle ricerche dei responsabili.
Grazie alle descrizioni fornite dal testimone, gli uomini dell’Arma riescono a individuare e identificare uno dei tre in via Sabotino. Gli altri due complici, che sarebbero fuggiti a bordo di uno scooter a noleggio, avrebbero anche tentato in più di un’occasione di contattare telefonicamente l’amico rimasto indietro: i carabinieri sarebbero già sulle loro tracce.
A.B. 24enne milanese con qualche precedente alle spalle, ha ammesso le proprie responsabilità dopo che gli è stato mostrato il cavo, uno di quelli tipici dei cantieri edili, pur non avendo rivelato come ne fosse entrato in possesso: per questo motivo ha ricevuto una denuncia anche per ricettazione.
Durante lo sconvolgente interrogatorio, A.B. avrebbe dichiarato di aver agito in quel modo insieme ai propri amici“per gioco, ci stavamo annoiando e volevamo divertirci”. “Vista la gravità del fatto”, il sostituto procuratore Enrico Pavone ha disposto il fermo del 24enne, ora rinchiuso dietro le sbarre del carcere di San Vittore: per lui l’accusa di strage, di attentato alla sicurezza dei trasporti e ricettazione. Proseguono le indagini per rintracciare i due complici, di cui A.B. avrebbe rivelato di non sapere il nome in quanto conosciuti di recente sui social media.