La regina Margrethe sta per lasciare il trono al figlio, che dal 14 gennaio diventerà Re Frederik X. Con lei si chiuderà un’epoca per la Danimarca. Pensare che Margrethe, un po’come la regina Elisabetta, non era nata per regnare. Con la sua personalità determinata, a tratti eccentrica, ma non cocciuta e le sue decisioni ponderate, a volte impopolari, è riuscita a imprimere un’impronta indelebile sul suo Paese, modernizzando la monarchia. Ha superato, proprio come la sua lontana cugina britannica, diverse crisi familiari, senza mai perdere il controllo della situazione. Margrethe II è un personaggio interessante, che vale la pena scoprire meglio. Una Regina controcorrente.
Una sovrana inattesa
Margrethe nacque nel Palazzo di Amalienborg, a Copenhagen, il 16 aprile 1940, esattamente una settimana dopo l’inizio dell’occupazione nazista della Danimarca (9 aprile 1940). All’epoca la Corona danese era un privilegio tutto maschile: solo gli uomini potevano salire al trono. Invece i sovrani Federico IX e Ingrid di Svezia avevano tre figlie femmine: la primogenita Margrethe, la principessa Benedetta (1944) e la principessa Anna Maria (1946). Sembrava ormai una certezza il fatto che dopo Re Federico IX a regnare sarebbe stato suo fratello, il principe Knud. Sua Maestà, però, si rese conto che l’esclusione delle donne dalla linea di successione era ingiusta, oltre che anacronistica. Avviò il processo di modifica della Costituzione, che fu approvato dal Parlamento e, infine, divenne legge grazie al referendum del 27 marzo 1953. Il cambiamento, però, non fu completo: la successione femminile fu approvata, ma venne mantenuta la preferenza di primogenitura maschile, ovvero una donna poteva regnare solo in assenza di fratelli (la norma venne ulteriormente modificata solo nel 2009, equiparando finalmente maschi e femmine in base al semplice principio di primogenitura). Così davanti a Margrethe si aprì la strada verso il trono di Danimarca.
Una ragazza colta
La regina Margrethe studiò nell’Hampshire, Inghilterra, prima di frequentare, tra il 1960 e il 1961, il Girton College, che fa parte dell’Università di Cambridge, dove si diplomò in Archeologia preistorica. Può sembrare una scelta accademica piuttosto inusuale per una futura sovrana, ma in realtà Margrethe ereditò la passione per la Storia antica dal nonno materno, Gustavo VI di Svezia, che la portò con sé anche ad Abu Simbel, in Egitto. Tra il 1961 e il 1962 studiò Scienze Politiche all’Università di Aarhus, nel 1963 entrò a La Sorbona, nel 1965 alla London School of Economics. Dal 1958 al 1970 Margrethe prestò servizio volontario nel Women’s Flying Corps, lo schieramento delle donne pilota, ottenendo i gradi di caporale, sergente e tenente. Non manca una forte connessione con le forze di difesa britanniche: nel 1972 la Regina ottenne anche i gradi di Colonnello in Capo del Queen’s Regiment e nel 1992 di Colonnello in Capo del Princess of Wales’ Royal Regiment. Inoltre Margrethe parla inglese, francese, tedesco e svedese.
Un matrimonio complicato
Il 5 ottobre 1966 il casato di Danimarca annunciò il fidanzamento dell’erede al trono Margrethe con il diplomatico Henri Marie Jean André, conte di Laborde de Monpezat, che dopo il matrimonio, avvenuto il 10 giugno 1967 nella chiesa di Holmen (Copenhagen), sarebbe diventato semplicemente il principe Henrik di Danimarca. Margrethe aveva conosciuto il marito nel 1965, mentre frequentava la London School of Economics: “Fu come se il cielo stesse per esplodere”, disse, ricordando il primo incontro. La sovrana, dunque, si sposò per amore, ebbe due figli, Frederik e Joachim, ma il matrimonio non fu affatto tranquillo. Henrik non riuscì mai ad accettare il suo ruolo secondario a corte. A quanto pare detestava il fatto che il suo nome fosse stato cambiato da Henri al più danese Henrik e rimpiangeva di aver dovuto abbandonare la religione cattolica. Nel 1972, quando la moglie salì al trono, diventando la prima Regina danese dai tempi di Margrethe I, nel XIV secolo, la sua insoddisfazione sarebbe esplosa. Henrik avrebbe chiesto un trattamento paritario attraverso la nomina a Re o Re consorte, ma il suo desiderio non venne esaudito. La proverbiale goccia che fece traboccare il vaso arrivò nel 2002 quando, in occasione del ricevimento del corpo diplomatico, la Regina chiese al suo primogenito, Frederik, di fare gli onori di casa. Il principe Henrik, sentendosi umiliato e scavalcato dal figlio, lasciò la Danimarca per lo Château de Caïx, nel sud della Francia, proprietà che condivideva con Margrethe.
Separazione?
“Spero che un giorno a Palazzo gli uomini avranno pari diritti rispetto alle donne”, si lamentò il principe Henrik, che non riusciva a capire per quale ragione una donna che sposa un sovrano diventa Regina consorte, mentre un uomo che sposa una Regina dovrebbe essere declassato, in un certo senso, al ruolo di principe. In realtà questa prassi non è così strana, sebbene oggi non abbia più ragion d’essere. Nei tempi passati era una sorta di garanzia di potere per le donne, un modo per assicurare che il loro ruolo legittimo non venisse usurpato da un marito un po’ troppo ambizioso. Alla fine Henrik tornò sui suoi passi e, pare, si riappacificò con la moglie, sebbene nessuno avesse mai osato nominare la parola “separazione” mentre lui era in Francia. Il suo risentimento, però, non si sarebbe mai affievolito. Nell’agosto 2017, pochi mesi prima della morte, il principe annunciò di non voler essere sepolto accanto alla moglie nella Cattedrale di Roskilde, dove i sovrani di Danimarca riposano per l’eternità. Quando Henrik scomparve, il 13 febbraio 2018, la regina Margrethe rispettò le sue ultime volontà. Il corpo venne cremato: una parte delle ceneri vennero sparse in acque danesi, l’altra parte fu sepolta nei giardini privati del Palazzo di Fredensborg.
Una monarchia danese più snella
Nel settembre 2022 la regina Margrethe creò un certo scompiglio in famiglia, annunciando di voler togliere i titoli di principi e il trattamento di altezza reale ai quattro figli del suo secondogenito, il principe Joachim. Quest’ultimo deluso e umiliato dalla notizia, dovette accettare che dal primo gennaio 2023 i suoi eredi diventassero semplicemente conti di Monpezat e avessero solo il trattamento di eccellenze. Un passo inevitabile la cui responsabilità, a giudizio della Regina, non doveva ricadere sul principe ereditario Frederik. Infatti in un’intervista al tabloid Ekstra Bladet Margrethe spiegò: “Per me era molto importante che non dovesse essere Frederik a prendere questa decisione. Meglio che a farlo sia stata una vecchia signora”.
“Era necessario”
Margrethe non avrebbe calcolato del tutto le conseguenze del suo gesto visto che, nell’ottobre 2022, disse in un comunicato ufficiale: “Ci sono state forti reazioni alla mia decisione sul titolo nobiliare dei miei quattro nipoti, figli di Joachim. Sono rimasta molto colpita…Dopo 50 anni sul trono è naturale guardare avanti…e assicurarmi che la monarchia resti al passo con i tempi. A volte bisogna prendere decisioni difficili. Avere un titolo reale comporta una serie di obblighi che in futuro riguarderanno sempre meno membri della famiglia. Questo adeguamento, che considero necessario per il futuro della monarchia, lo voglio fare a mio tempo. Ho preso la mia decisione come Regina, madre e nonna. Ma come madre e nonna ho sottovalutato l’effetto che questa decisione avrebbe avuto su mio figlio minore e sulla sua famiglia…”. Margrethe si scusò, ma non tornò sui suoi passi. Qualcuno ipotizzò persino che il declassamento fosse una sorta di punizione nei confronti di Joachim. Stando alle indiscrezioni, infatti, il principe si sarebbe innamorato della cognata, l’australiana Mary Donaldson, che dal prossimo 14 gennaio diventerà la regina Mary. Uno scandalo che Margrethe e la corte danese non potevano permettersi.
Una Regina indipendente
La personalità forte e indipendente della regina Margrethe si esprime, paradossalmente, anche attraverso il vizio del fumo. La Regina non avrebbe mai voluto rinunciarvi, né ha mai pensato di nasconderlo. Ha sempre portato fino in fondo le sue scelte, anche le più impopolari. Persino le più eccentriche, che ne hanno forgiato lo stile. Impossibile dimenticare, per esempio, la foto in cui Sua Maestà indossa un vivace impermeabile a fiori ottenuto dalle tovaglie di plastica usate per i pic nic. Del resto la sovrana ha uno spiccato senso artistico: nel 2012 il museo Arken ha esposto 130 delle sue opere, ma Margrethe si è anche dilettata nella realizzazione dei costumi e delle scenografie del balletto nei Giardini di Tivoli (Copenhagen) e dei costumi della serie Netflix Ehrengard. Inoltre dal 2016 la Regina promuove l’iniziativa del Calendario dell’Avvento di Palazzo, creando con la carta i “Jule Nisser”, elfi del folklore scandinavo. Una donna eclettica, curiosa, intelligente, a cui non tutti riescono a stare dietro.
L’abdicazione
“Il 14 gennaio 2024, 52 anni dopo essere succeduta al mio amato padre, mi dimetterò da Regina di Danimarca. Lascerò il trono a mio figlio, il principe ereditario Frederik”, ha annunciato la regina Margrethe nel suo tradizionale discorso di fine anno. Per alcuni questa mossa sorprendente sarebbe un modo per salvare il principe Frederik dallo scandalo di una presunta relazione extraconiugale. La sovrana, però, ha dichiarato apertamente di aver riflettuto su questa scelta durante il periodo di convalescenza seguito all’intervento alla schiena, avvenuto nel febbraio 2023: “L’operazione ha fatto nascere pensieri sul futuro, sul fatto che fosse giunto il momento di trasferire le responsabilità alla prossima generazione”. Ora tocca a Frederik e a Mary portare avanti la monarchia danese, ma anche ritagliarsi un ruolo regale che appartenga solo a loro, che li distingua dagli altri giovane sovrani nel mondo, ma anche da Margrethe. Non sarà semplice, soprattutto perché l’attuale sovrana, al pari della compianta cugina, la regina Elisabetta, è diventata un’icona moderna popolare in patria e oltre i confini della Danimarca.