Avvertimento della Casa Bianca: stop ad attacchi nel Mar Rosso

Washington mette in guardia gli houthi: stop attacchi nel Mar Rosso

La Casa Bianca torna a mettere in guardia gli insorti Houti dello Yemen. Intimando l’immediata cessazione di ogni azione offensiva rivolta contro navi civili e militari in transito nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden per ristabilire il normale traffico marittimo e non mettere a rischio vite innocenti. Dopo 30 giorni di ostilità e 24 attacchi lanciati contro navi mercantili e unità militari inviate in missione di pattugliamento e protezione del traffico marittimo, il governo di Washington ha diffuso sui siti istituzionali una dichiarazione congiunta dei governi di Stati Uniti, Australia, Bahrein, Belgio, Canada, Danimarca, Germania, Italia, Giappone, Paesi Bassi, Nuova Zelanda e Regno Unito.

L’avvertimento della Coalizione agli Houthi

Con la “presente“, riporta la dichiarazione pubblicata sul sito della Casa Bianca, “Ribadiamo quanto segue e mettiamo in guardia gli Houthi da ulteriori attacchi“. Gli attacchi Houthi in corso nel Mar Rosso sono definiti come “illegali, inaccettabili e profondamente destabilizzanti. Non esiste alcuna giustificazione legale per prendere di mira intenzionalmente navi da guerra e navi civili. Gli attacchi alle navi, comprese le navi commerciali, che utilizzano veicoli aerei senza pilota, piccole imbarcazioni e missili, compreso il primo utilizzo di missili balistici antinave contro tali navi, rappresentano una minaccia diretta alla libertà di navigazione che costituisce il fondamento del commercio globale in uno dei corsi d’acqua più critici del mondo”.

La Coalizione internazionale, forte dell’ampio consenso espresso da 44 paesi in tutto il mondo lo scorso 19 dicembre 2023, “nonché la dichiarazione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 1° dicembre 2023“, continua a condannare gli attacchi Houthi sferrati le navi commerciali in transito nel Mar Rosso.

Proprio “alla luce dei continui attacchi” condotti “contro navi commerciali, con missili, piccole imbarcazioni e tentativi di dirottamento”, mette ancora una volta in guardia gli insorti yemeniti sostenuti e armati dall’Iran. E lo fa fa proprio nello stesso giorno in cui l’attentato terroristico che ha causato più di cento vittime a Kerman ha spinto il regime degli ayatollah a rivolgersi con toni espliciti e minacciosi contro quelle che vengono ritenute “potenze arroganti”. Mandanti, almeno secondo Teheran, dell’attentato che ha avuto come obiettivo la tomba del generale iraniano Qassem Soleimani in occasione della commemorazione della sua morte. Obiettivo di alto livello, Soelimani venne eliminato durante un raid condotto con un drone statunitense il 3 gennaio di quattro anni fa. Si disse già al tempo con il supporto del Mossad.

Stop agli attacchi o pericolo di escalation

Questi attacchi minacciano vite innocenti in tutto il mondo e costituiscono un problema internazionale significativo che richiede un’azione collettiva” scrivono dalla Casa Bianca nel ruolo di portavoce della Coalizione. Il Pentagono, insieme a Londra e un altro Stato europeo ha già vagliato l’ipotesi di colpire obiettivi militari e basi dei ribelli houthi per mostrare le capacità offensive del dispositivo che – dopo aver a lungo testato quelle difensive, sopprimendo gli attacchi di droni killer e missili a corto raggio – può scoraggiare una volta per tutte ulteriori attacchi terroristici nonostante ci sia il rischio di innescare una escalation.

Già lo scorso 31 dicembre, tre imbarcazioni dei ribelli yemeniti in procinto di attaccare un mercantile in transito sono state attaccate e affondate da elicotteri decollati dai vettori portaeromobili della Us Navy che incociano tra il Mar Rosso e il Golfo di Aden. L’attacco ha provocando la morte di dieci miliziani.

Quasi il 15% del commercio marittimo globale passa attraverso il Mar Rosso, compreso l’8% del commercio globale di cereali, il 12% del petrolio commercializzato via mare e l’8% del commercio mondiale di gas naturale liquefatto. Le compagnie di navigazione internazionali continuano a reindirizzare le loro navi attorno al Capo di Buona Speranza, aggiungendo costi significativi e settimane di ritardo nella consegna delle merci e, in ultima analisi, mettendo a repentaglio la circolazione di cibo, carburante e assistenza umanitaria in tutto il mondo“, ricordano i portavoce della Coalizione internazionale della quale fa parte anche l’Italia.

Concludendo con il monito: “Il nostro messaggio ora sia chiaro: chiediamo la fine immediata di questi attacchi illegali e il rilascio delle navi e degli equipaggi illegalmente detenuti. Gli Houthi si assumeranno la responsabilità delle conseguenze qualora dovessero continuare a minacciare vite umane, l’economia globale e il libero flusso del commercio nelle vie navigabili critiche della regione. Rimaniamo impegnati a rispettare l’ordine internazionale basato su regole e siamo determinati a ritenere gli attori maligni responsabili di sequestri e attacchi illegali”.

Questa “assunzione di responsabilità”, se ignorata, potrebbe portare infiammare ulteriormente il Medio Oriente, già preoccupato dagli sviluppi del conflitto israelo-palestinese che si sta combattendo senza esclusione di colpi nella Striscia di Gaza e minaccia di allargarsi al fronte del Libano. Portando la tensione ad un livello che forse non si raggiungeva dalla Guerra del Golfo.

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