“Ho sempre lavorato per la Tv di Stato. È la mia casa: sono cresciuto con lei”

"Ho sempre lavorato per la Tv di Stato. È la mia casa: sono cresciuto con lei"

Al compleanno della radio e della tv non poteva certo mancare uno che ne è stato una bandiera e un pioniere con le sue trovate e i suoi programmi surreali a base di musica e ironia. Avete già indovinato chi è? Ma Renzo Arbore naturalmente, che in occasione di questa festa torna in televisione da domani sera alle 23.15 con venti puntate di un programma amarcord (ma non troppo) intitolato Appresso alla musica insieme con il fido Gegè Telesforo.

Allora Arbore si festeggia?

«Auguro lunga vita alla Rai e alle sue trasmissioni. L’evento merita di essere celebrato non solo oggi ma anche durante l’anno con trasmissioni di qualità e di spessore».

Preferisce la tv o la radio?

«Sono due mezzi complementari tra loro, non faccio distinzioni e mi diverto sia con l’una che con l’altra e io lo posso dire forte».

Perché?

«Perchè le ho praticate entrambe a lungo. Anche se il mio primo grande amore è stato la radio. Il mio fiore all’occhiello, la cosa che mi rende più fiero, è quando vinsi alla Rai il concorso per Musicista Programmatore di Musica Leggera e di lì a poco – insieme a Gianni Boncompagni – diventai il primo disc jockey in Italia».

Avete portato una ventata di aria nuova.

«Soprattutto cercavamo di indirizzare i gusti dei giovani verso una musica nuova: il pop, il rock, il jazz».

Com’è la radio oggi?

«Anni fa molti la davano per morta ma oggi è più viva che mai. Ci sono radio per tutti i gusti; da quelle rock a Radio Maria. In radio si sperimenta molto e anche RadioRai, pur non essendo nei primi posti degli ascolti, propone programmi molto validi e ha conduttori notevolmente bravi come Antonello Dose e Marco Presta. Dalla radio sono usciti personaggi formidabili come Gerry Scotti, Fiorello che per certi versi fa quello che faccio io tra musica e intrattenimento, Michele Mirabella che ora è una colonna della Rai..

Lei è un fedelissimo della Rai.

«Sì, praticamente tutti i miei colleghi prima o poi hanno fatto un salto a Mediaset. Io no; ho vinto un concorso in Rai dove sono sempre stato trattato bene e ho potuto sviluppare i miei programmi. Ho fatto quella che io chiamo la tv a futura memoria. Programmi come Alto Gradimento e Buona Domenica sono ancora attuali».

Ma ci sarà qualcosa che non le piace della Rai.

«Non mi piace l’indice di gradimento: la guerra degli ascolti. Non ho mai pensato alla quantità degli ascoltatori ma alla qualità del programma. Anche perché per gli ascolti si possono utilizzare anche dei piccoli espedienti…»

Il nuovo programma?

«Un viaggio nella memoria tra musica e interviste inedite o poco note a personaggi all’inizio della carriera che poi sono diventati delle star. Per esempio c’è la prima volta in tv del giovane Claudio Baglioni in Speciale per voi del 1969 o il debutto di Paolo Conte da Bologna a L’altra domenica. Spazio a decine di personaggi per riscoprirli e ritrovarli. Ci sarà anche qualche spezzone della mia Orchestra Italiana che in trent’anni di attività ha portato la musica popolare napoletana – riadattata ma fedele alle radici . in tutto il mondo mentre sopravviveva solo nei vecchi 78 giri. È un programma di chicche insieme a Gegè Telesforo che è il mio biografo ufficiale”

Allora W la Rai.

«Sì ma, ripeto, non solo nelle feste o nei compleanni. Per esempio lavora molto bene Rai Cultura, anche sulla musica trasmettendo speciali, come quello di pochi giorni fa, su Giorgio Gaber. Io lavoro per Rai Cultura e mi auguro di poter proseguire insieme la strada dell’intrattenimento intelligente».

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