Si stringe il cerchio di Israele attorno ai massimi leader di Hamas. La freschissima uccisione di Saleh al-Arouri, numero due dell’organizzazione filo palestinese, nonché trait d’union tra il gruppo, l’Iran ed Hezbollah, potrebbe essere la prima di una lunga serie. Già, perché Tel Aviv ha più volte spiegato che il suo obiettivo consiste nella neutralizzazione di ogni nome presente nella sua lista nera. Una lista ricca di terroristi ultra ricercati, introvabili da anni e nascosti all’estero in qualche esilio dorato. Poco importa se eliminandoli uno ad uno c’è il rischio che il conflitto, al momento limitato nella Striscia di Gaza, possa estendersi nel resto del Medio Oriente: Israele vuole completare la missione. Ecco, dunque, chi sono gli uomini di Hamas nel mirino del Mossad.
Ismail Haniyeh: il capo supremo
Ismail Haniyeh è il capo supremo di Hamas. Insieme alla famiglia ha lasciato la sua casa nel campo profughi di Al-Shati a Gaza circa due anni fa per trasferirsi – pare – in lussuosi hotel di Doha. La sua vita è contrassegnata dalla lotta contro Israele, costatagli tre anni di carcere durante la prima Intifada. Ha vissuto in Libano fino al 1992, quando ha scelto di rientrare a Gaza scalando i ranghi del movimento fondamentalista palestinese. Nel 2017 è diventato leader dell’ufficio politico di Hamas.
Yahya Sinwar: il fantasma di Gaza
Yahya Sinwar è il capo dell’ala politica di Hamas a Gaza, ne è decisore chiave nonché responsabile della linea politica da tenere, anche – e soprattutto – nei confronti di Israele. È stato liberato nel 2011 nel corso di uno scambio di prigionieri con Israele dopo più aver trascorso più di 20 anni in carcere, condannato a quattro ergastoli. Quest’uomo è anche la mente che ha consentito ad Hamas di ricevere milioni di dollari dal Qatar per alleviare la povertà degli abitanti della Striscia.
Mohammed Deif: il “cervellone”
Lo hanno soprannominato il “cervellone” ma anche il “fantasma di Gaza“. Pochi hanno contatti diretti con lui al punto che esiste persino chi dubita sulla sua reale identità. È il nemico pubblico numero uno di Israele, che nel corso dell’ultimo ventennio ha più volte tentato di ucciderlo senza successo. Mohammad Deif è il comandante militare di Hamas. Evaso da una prigione israeliana, è accusato di avere organizzato innumerevoli attentati. Di lui esistono rarissime immagini di molti anni fa, ma una sua recente fotografia è stata diffusa nei giorni scorsi dalle forze armate israeliane. Deif sarebbe rifugiato nei tunnel di Gaza o forse potrebbe essere fuggito all’estero.
Khaled Meshal: il capo dell’ufficio politico
Arriviamo così al capo dell’ufficio politico di Hamas all’estero, nonché uno dei fondatori del movimento. Ex numero uno di Hamas, Khaled Meshal nel 2017 ha lasciato il posto a Haniyeh. Nel settembre 1997, fu bersaglio di un assassinio ordinato dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Attualmente è a capo del politburo “esterno” del gruppo e vive in Qatar.
Marwan Issa: una delle menti del 7 ottobre
Marwan Issa è il vicecapo delle Brigate al Qassam. È considerato, al pari di altri leader di Hamas, uno degli organizzatori dell’offensiva dello scorso 7 ottobre. Da tempo le Idf cercano di ucciderlo. I militari israeliani hanno ucciso suo fratello e distrutto due volte la casa ma non sono ancora riusciti a prenderlo. Il suo soprannome è emblematico: “l’Ombra“. Dovrebbe nascondersi nei tunnel di Gaza.
Mahmoud Zahar: il mmebro anziano
Fa parte dell’ufficio politico di Hamas, è uno dei fondatori del gruppo ed è un membro anziano e di esperienza. È già finito nel mirino di Israele che nel 2003 ha cercato di ucciderlo invano.