La paura del fascismo, della deriva autoritaria e del crollo del sistema democratico esistono solo (per fortuna) nei sogni di Elly Schlein (in foto) e nelle notti tormentate di una certa sinistra radicale. Gli italiani pensano e si preoccupano per tutt’altre cose. Molto meno lunari. In proposito coltivavamo già un fondato dubbio, ma ora ne abbiamo la certezza. Ieri, dalle pagine del Corriere della Sera, il sondaggista Nando Pagnoncelli ha stilato una classifica, rigorosamente scientifica e demoscopica, di tutti i temi che hanno interessato e, in un certo senso anche spaventato, gli italiani nel corso dell’anno appena terminato.
E noi – seguendo il filo della narrazione di stampa, politici e intellettuali progressisti -, pensavamo di trovarci dinnanzi alla lista di priorità che il sopraccitato milieu culturale squaderna quotidianamente a reti unificate: allarme democratico permanente, pericolo di ritorno delle squadracce nere, imminente catastrofe climatica, necessità di asfaltare l’Italia intera con un’unica gigantesca ciclabile alternata a infinite Ztl, evangelizzazione delle masse ai diritti più estremi (anche quelli che diritti non sono) di tutte le categorie Lgbtqia+ ecc ecc. E invece, toh!, gli italiani hanno altri problemi, veri e ben più seri, con i quali confrontarsi. Cioè le emergenze della vita reale, quella quotidianità pedestre così invisa alle truppe radical chic: lavoro ed economia, prima di ogni altra cosa. Poi la sanità, seguita dal funzionamento delle istituzioni, dall’immigrazione, dal welfare e dalla sicurezza. Solo dopo – e con percentuali uguali o in calo rispetto all’anno precedente – arrivano ambiente e mobilità. Nessuna traccia delle altre ossessioni della sinistra che, ci sorge il dubbio, forse vive nel tanto vituperato mondo al contrario.