Gesù Bambino decapitato, con la testa fracassata, e pure un braccio amputato in segno di indecente sfregio. Vandali ignoti, per ora, hanno preso di mira il presepe nella centrale piazza della Repubblica a Monfalcone la notte di Capodanno. «Dalla visione delle immagini delle telecamere di sicurezza sono stati individuati tre sospetti che fra le 3.15 e le 3.30 del primo di gennaio si aggiravano attorno al presepe – dichiara al Giornale il sindaco Anna Maria Cisint (nel tondo) – Uno con il cappuccio si guarda attorno per controllare, ma la pioggia è battente e non si vede se prendono la statuetta dal presepe». Oggi verranno controllate le immagini di altre telecamere con inquadrature diverse.
La speranza è che sia l’assurdo gesto di stupidi vandali e non qualcosa di più grave con una matrice ben diversa in una città dove un terzo della popolazione, 7mila anime, è musulmana. In gran parte bengalesi che lavorano per il grande business delle navi passeggeri di Fincantieri. Potrebbe essere l’indegna bravata di qualche italiano senza particolare matrice religiosa. Però la «decapitazione» e l’uso di petardi, come se i vandali volessero fare esplodere il Gesù Bambino, ricordano sfregi simili di statue sacre per i cristiani prese di mira dai tagliagole dello Stato islamico in Siria e Iraq. «Hanno sicuramente sbattuto la testa del Gesù Bambino a terra e l’esplosione dei petardi all’interno è l’aspettò che mi inquieta di più» spiega Cisint.
Nelle ultime settimane la cittadina del Friuli-Venezia Giulia è teatro di un braccio di ferro fra la comunità musulmana e il sindaco leghista. Il nodo del contendere riguarda due centri islamici adibiti anche a luoghi di preghiera. Luoghi di culto non a norma, né dal punto di vista urbanistico, né per la sicurezza. Per questo è intervenuto il sindaco con delle ordinanze che bloccano le moschee fai da te fino a quando non verranno rispettate le regole. Il 23 dicembre, antivigilia di Natale, gli islamici sono scesi in piazza con una prova di forza che ha visto sfilare 8mila persone, arrivate anche da fuori. E Cisint in contemporanea aveva organizzato uno scambio di auguri con la cittadinanza proprio davanti al presepe vandalizzato.
«Buon anno a tutti. Purtroppo però non inizia molto bene – ha scritto sui social ieri mattina il primo cittadino – Stanotte è successa una cosa molto brutta. (): qualcuno (che prenderemo) ha disintegrato il Gesù Bambino del presepe in Piazza». Cisint ha presentato una denuncia contro ignoti ribadendo la «condanna di questo gravissimo gesto perché ha un significato tremendo».
Al momento è certo che il presepe era intatto fino all’1 e 30 di notte. Lo sfregio è avvenuto a notte fonda prima delle 7 del mattino. I resti del Gesù Bambino fatto a pezzi sono stati buttati dove c’era una rappresentazione di Babbo Natale. Un indizio da non sottovalutare è che all’interno della statuina decapitata sono stati trovati i resti bruciacchiati di alcuni petardi fatti esplodere per provocare più danni.
Piazza della Repubblica era presidiata dai vigili urbani e da personale di sicurezza privato fino all’1 e 30 di notte. La festa di Capodanno prevista è stata rinviata a causa del maltempo, ma in zona giravano comunque gruppi di giovani, soprattutto bengalesi, che facevano casino.
La polizia locale ha fermato e multato 15 volte dei giovani islamici per il lancio di petardi. Però sono stati sanzionati anche un ubriaco romeno ed uno italiano.
Gli investigatori stanno lavorando sui tre sospetti individuati dalle telecamere, ma per ora i vandali sono ignoti. Il corteo dell’orgoglio islamico è sfilato a Monfalcone in maniera assolutamente pacifica. Però dopo l’attacco stragista di Hamas del 7 ottobre e l’invasione israeliana di Gaza un centinaio di giovani islamici sono scesi in piazza a Monfalcone, al grido di Allah o Akbar (Dio è grande) urlando slogan in italiano «Israele va a fan» e ben più duri nella loro lingua. Attorno al Duomo sventolavano bandiere rosse della sinistra estrema, che cavalca l’odio nei confronti di Israele e quelle palestinesi.