Giappone, la terra trema. Sfollati e incubo tsunami

"Situazione catastrofica": si aggrava il bilancio del terremoto in Giappone

Una scossa lunga, interminabile, violentissima. Poi decine di altre spallate, poderose anch’esse. E la lunga attesa di uno tsunami. La paura, una terribile paura, è stato il primo sentimento del 2024 in Giappone, dove nella costa centro-occidentale alle 16,10 di ieri, quando in Italia i primi si stavano svegliando dopo i bagordi del Capodanno, un sisma di 7.6 gradi della scala Mercalli ha sconvolto la penisola di Noto, protesa sul Mar del Giappone, nella prefettura di Ishikawa, a circa 500 chilometri da Tokyo. Si è trattato del sisma più forte mai registrato sulla penisola da quando sono iniziate le registrazioni di questi fenomeni nel 1885. L’epicentro è stato localizzato a una profondità sottomarina di 76 chilometri.

La priorità assoluta per le autorità, prima ancora di verificare i danni della scossa, è stata la possibilità che uno tsunami si abbattesse sulla costa. «Siamo consapevoli che le vostre case e i vostri beni vi sono cari, ma le vostre vite sono più importanti di qualsiasi altra cosa. Correte nelle zone più alte possibili», è stato l’appello immediato trasmesso dall’emittente Nhk. L’allerta è stata la più importante dal marzo 2011, quando un sisma di magnitudo 9 provocò lo tsunami che condusse alla catastrofe nucleare di Fukushima.

Un timore che si è presto allargato anche alla Russia, osservate speciali l’isola di Sakhalin, nel Pacifico settentrionale, e le città di Vladivostok e Nakhodka, e la Corea del Sud, in particolare nella città orientale di Gangneung. Con le ore la paura si è affievolita, l’Agenzia meteorologica giapponese ha declassato il «grande allarme tsunami» emesso per la prefettura di Ishikawa a semplice «allarme tsunami», anche se la guardia non è stata abbassata e circa 50mila persone residenti nelle zone più a rischio sono state evacuate in zone più sicure. Nel frattempo era incominciata la conta dei danni nelle zone terremotate, inferiori fortunatamente a quelli che un simile sisma avrebbe provocato in qualsiasi altro Paese meno strutturalmente attrezzato del Giappone. Diverse case sono comunque crollate, molti pali elettrici sono veniti giù e 33mila famiglie si sono ritrovate senza elettricità nella prefettura di Ishikawa, tra Wajima, Noto e Suzu. Le compagnie aeree giapponesi hanno cancellato i voli da e per gli aeroporti delle aree colpite dal terremoto, mentre sono state sospese anche diverse linee ferroviarie.

Due le vittime registrate, entrambe colpite da infarto, ed entrambe a Nanao. Gli ospedali di questa prefettura e di quelle di Niigata e Fukui riportano numerosi feriti, per lo più con fratture. Nelle città di Wajima e Suzu almeno sei persone sono rimaste intrappolate sotto le macerie delle case crollate. A Nomi, un centinaio di persone si sono rifugiate nel municipio, mentre a Wajima un migliaio di sfollati sono finiti di una base militare. Altre 2mila persone sono state alloggiate in edifici pubblici della prefettura di Yamagata. Le autorità giapponesi hanno inviato mille soldati nell’area colpita e altri 8.500 uomini sono pronti ad essere mobilitati. Fortunatamente nessun danno alle nelle sei centrali nucleari dell’area, che contano in totale su 22 reattori, secondo quanto riferisce l’Autorità giapponese per l’energia nucleare (Nra). La maggior parte dei 54 reattori nucleari giapponesi non sono in funzione dal disastro nucleare di Fukushima nel marzo 2011. La Farnesina e l’ambasciata italiana in Giappone si sono mobilitati per monitorare l’area e hanno istituito un numero (+390636225) per qualsiasi esigenza o segnalazione.

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