“Preparativi per test nucleari”: i misteriosi movimenti nella base cinese

"Preparativi per test nucleari": i misteriosi movimenti nella base cinese

Per chi non lo sapesse, Lop Nur è un lago di sale situato nella regione autonoma uigura dello Xinjiang, in Cina, dove circa 60 anni fa Pechino fece esplodere la sua prima bomba nucleare. Proprio qui, oggi, il gigante asiatico starebbe costruendo tunnel e strutture in preparazione di nuovi, possibili test nucleari. È questa la notizia riportata dal New York Times, secondo cui una piattaforma di perforazione avrebbe recentemente scavato un profondo pozzo verticale di almeno un terzo di miglio.

Si tratterebbe, ha proseguito il quotidiano statunitense, della prova più evidente del fatto che il Dragone starebbe valutando di testare una nuova generazione di armi nucleari potenzialmente in grado di aumentare la letalità della propria forza missilistica in rapida espansione. Per anni i rapporti del governo americano hanno espresso vaghe preoccupazioni riguardo la base di Lop Nur. Adesso alcune immagini satellitari hanno rivelato la presenza in loco di pozzi – ideali per contenere le tempeste di fuoco di radiazioni mortali frutto di grandi esplosioni nucleari – così come di centinaia di altri aggiornamenti ed espansioni strutturali.

Cosa succede nella base cinese di Lop Nur

La principale base di supporto per l’area dei test nucleari di Lop Nur, a volte chiamata Malan, è un grande complesso di edifici e siti tecnici che si estende per più di due miglia quadrate. Dal 2017, la Cina ha aggiunto o ristrutturato più di 30 edifici. Una strada si snoda dalla suddetta base verso sud-ovest per circa 75 miglia, fino ad arrivare presso una vecchia area di test.

Ebbene, le richiamate immagini satellitari hanno rivelato decine di chilometri di inedite strade sterrate appena asfaltate nella zona orientale di Lop Nur. Come se non bastasse, i tunnel orizzontali scavati nel fianco delle montagne – gli stessi utilizzati in passato per testare armi nucleari – sembrerebbero esser stati accompagnati da scavi e costruzioni recenti. “Tutte le prove indicano che la Cina sta facendo dei preparativi che le consentirebbero di riprendere i test nucleari”, ha tagliato corto Tong Zhao, un esperto nucleare del Carnegie Endowment for International Peace.

Gli analisti affermano inoltre che le sospette attività rilevate a Lop Nur potrebbero segnalare un’ampia modernizzazione dell’establishment nucleare cinese, che rischia di accelerare l’accumulo di armi e innescare una nuova era di rivalità atomica. Altri esperti ritengono di non vedere segnali di un imminente test cinese e sostengono che Pechino potrebbe non fare nulla. Detto altrimenti, la ricostruzione della base militare potrebbe semplicemente essere un avvertimento per l’Occidente.

Fame atomica

Gli strani movimenti di Lop Nor arrivano in uno dei momenti più delicati nelle relazioni tra Usa e Cina. Il presidente statunitense Joe Biden ha più volte affermato di voler “stabilizzare” i rapporti con la Cina, tanto che il suo omologo cinese, Xi Jinping, è apparso concorde sulla volontà di sciogliere le tensioni. I due Paesi hanno ripreso i primi, timidi contatti militari ma la strada verso un definitivo rilassamento dei rapporti è ancora lunga.

Ricordiamo che i test nucleari consentono agli scienziati di scoprire difetti e mettere a punto nuovi progetti di armi. Durante la Guerra Fredda, la Cina condusse 45 esplosioni di prova. In confronto, la Francia ne partì 210, la Russia 715 e gli Stati Uniti 1.030. L’arsenale nucleare di Pechino viene dato in continua crescita dagli analisti del Pentagono.

Nel freschissimo report intitolato China Power Report, infatti, si legge che il Dragone ha fatto registrare un aumento di 100 testate nucleari rispetto all’anno precedente, per un arsenale complessivo formato da oltre 500 ordigni. Le ultime proiezioni del dipartimento della Difesa Usa parlano di un raddoppio delle testate nucleari cinesi da qui al 2030. Le analisi di un anno fa parlavano di una Cina che avrebbe avuto 1.000 testate entro il 2030 e 1.500 entro il 2035.

Certo, le scorte nucleari di Pechino sono ancora molto inferiori a quelle della Russia o degli Stati Uniti. Basti pensare che a gennaio la Mosca contava 5.889 testate nucleari e Washington 5.244, secondo lo Stockholm International Peace Research Institute.

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