Unità, progresso e famiglia. Sono questi i tre punti focali dell’insolitamente breve discorso di fine anno del presidente russo Vladimir Putin trasmesso dalla televisione statale, una ricorrenza che risale ai tempi di Leonid Brezhnev e visto da milioni di persone nella Federazione in tutti gli 11 fusi orari del Paese. Solitamente esso consiste in un riepilogo degli eventi degli ultimi 365 giorni e un augurio per l’anno a venire.
“Non c’è una forza in grado di fermare il nostro progresso”, ha dichiarato il leader del Cremlino. “Non arretreremo mai. Abbiamo dimostrato più volte che possiamo risolvere i compiti più difficili e che non arretreremo mai perché nessuna forza può dividerci”. Il presidente ha anche elogiato l’esercito: “A tutti coloro che sono in servizio, in prima linea nella lotta per la verità e la giustizia, voi siete i nostri eroi. I nostri cuori sono con voi. Siamo orgogliosi di voi, ammiriamo il vostro coraggio”. Lo zar ha sottolineato che nel 2023 la Russia ha difeso fermamente i propri interessi nazionali, la sua libertà e sicurezza, aggiungendo che ciò che unisce il popolo è il destino della Patria e una profonda comprensione del significato più alto della fase storica che il Paese sta attraversando.
In netto contrasto con l’anno scorso, quando lo zar era affiancato da uomini in uniforme, il 2024 è stato descritto come “l’anno della famiglia”. Un cambiamento di retorica, questo, in linea con il recupero dei valori tradizionali sostenuto da Putin negli ultimi mesi e visto come componente fondamentale di un’unità nazionale che l’inquilino del Cremlino ha descritto al suo popolo in più occasioni come minacciata dall’Occidente, il cui obiettivo sarebbe sconfiggere e smembrare la Russia. È chiaro, dunque, l’intento del presidente di dimostrare di avere alle sue spalle un Paese compatto all’inizio di un anno che, secondo le valutazioni di analisti e intelligence di varie nazioni, sarà decisivo per la guerra in Ucraina. Dal punto di vista militare, l’esercito russo non ha ottenuto grandi successi ma è riuscito a resistere alla controffensiva delle forze di Kiev. Di contro, però, ha subito diversi smacchi come i numerosi attacchi in Crimea e la distruzione di una parte della flotta del Mar Nero.
La carta vincente che Putin può giocare nella sua propaganda è la resistenza dell’economia della Federazione. Le sanzioni occidentali, infatti, non sono state sufficienti a soffocarla e lo spostamento del suo baricentro verso Cina e India, in particolare per quanto riguarda l’esportazione di petrolio e gas naturale, ha permesso alle industrie energetiche russe di raccogliere proventi comparabili a quelli del 2021, assicurando quantità di denaro sufficienti a continuare il finanziamento dello sforzo bellico.