Lo stupro come arma di guerra. Il 7 ottobre Hamas ha praticato violenze sessuali e mutilazioni. Non sono stati casi isolati ma un modus operandi dei terroristi. Gal Abdush, madre di due figli, è una delle vittime del rave. Si ritiene che sia stata violentata. La sua tragica storia è diventata un simbolo degli orrori inflitti alle donne israeliane durante gli attacchi. A rivelare questa realtà è un’inchiesta del New York Times sui crimini compiuti dai miliziani. Crimini che però potevano essere, almeno in parte, prevenuti. Il quotidiano americano analizza anche la risposta tardiva delle forze di sicurezza israeliane. L’esercito ha risposto lentamente e in modo inefficace, ha inviato squadre troppo piccole e mal equipaggiate. L’assalto di Hamas alla base della Divisione Gaza dell’IDF a Reim è stata la chiave per il successo jihadista, perché ha portato alla paralisi dell’unità responsabile del coordinamento di tutte le attività militari nella regione.
Da allora lo Stato ebraico è impegnato in una lotta senza quartiere contro Hamas a Gaza. Il profilo Telegram della difesa israeliana fa sapere che «le forze aeree, coordinate dalle truppe a terra, stanno colpendo le cellule terroristiche e le infrastrutture; la Marina israeliana le sta supportando con assistenza di fuoco dal mare». Mentre le autorità di Gaza hanno confermato l’uccisione di 187 palestinesi nei raid israeliani sulla Striscia nelle ultime 24 ore. Il totale delle vittime palestinesi arriva quindi a 21.507 mentre sono 170 quelle dell’Idf. E secondo i media siriani un massiccio attacco aereo, attribuito a Israele, ha preso di mira l’aeroporto di Aleppo, utilizzato anche dai Pasdaran iraniani, dove ci sarebbero stati almeno 7 morti.
La comunità internazionale è però preoccupata per l’aspetto umanitario. La situazione nella Striscia peggiora di giorno in giorno. Quasi 180 mila persone che vivono nei rifugi soffrono di infezioni delle vie respiratorie superiori; i casi di diarrea sono 136.400 (la metà dei quali tra i bambini sotto i cinque anni); 55.400 casi di pidocchi e scabbia; 42.700 casi di eruzioni cutanee, nonché focolai di ittero e meningite. E le Nazioni Unite hanno espresso allarme per la crescente densità di sfollati interni. Il Wall Street Journal riferisce che circa il 70 per cento degli edifici di Gaza sono stati danneggiati o distrutti. Ma solo otto dei 36 ospedali di Gaza possono accettare pazienti e la maggior parte delle infrastrutture di base, tra cui acqua, elettricità e comunicazioni, sono state demolite.
C’è però anche qualche spiraglio di luce. Hamas è pronto a riprendere i colloqui. Lo fanno sapere i mediatori del Qatar: «Hanno accettato in linea di principio di trattare sul rilascio di circa 40 persone». In cambio, Israele dovrebbe fermare le operazioni militari per un numero cospicuo di giorni e liberare dei palestinesi nelle carceri. Ma il Fronte popolare per la liberazione della Palestina ha annunciato che un soldato, ostaggio, è stato ucciso in un bombardamento. Ora però anche altri canali diplomatici iniziano ad attivarsi. Amos Hochstein, l’inviato speciale Usa, è atteso in Libano per raggiungere un cessate il fuoco con Israele al confine nord. Anche perché le perdite per questo conflitto sono già immense. La guerra costerà allo Stato ebraico circa 13,8 miliardi di dollari nel 2024, ma solo se i combattimenti ad alta intensità a Gaza finiranno nel primo trimestre del nuovo anno.