Attesi da mesi dal settore automotive, alle prese con una complessa transizione green, i nuovi incentivi a sostegno del mercato sono in dirittura d’arrivo e non mancano le novità. «A gennaio presenteremo un piano da 1 miliardo per la rottamazione delle auto Euro 0, 1, 2 e 3 e la loro sostituzione con vetture ecologiche. Taxisti e operatori del noleggio con conducente avranno incentivi doppi, sia per chi avrà nuove licenze sia per chi vorrà cambiare veicolo. L’auspicio è che si contribuisca a migliorare la salubrità dell’aria nelle città». Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, nel mettere a punto le varie misure ha tenuto soprattutto conto di due aspetti: favorire i redditi piu bassi (qui entrerebbe in gioco anche l’iniziativa sperimentale del «Leasing sociale») e un’attenzione alle produzioni di veicoli in Italia. I principi alla base del nuovo piano favoriranno i piu disagiati che avranno un 25% in più di bonus. Con un Isee sotto i 35mila euro l’anno si potranno ottenere fino a 13mila euro per acquistare un’auto elettrica. «Gli obiettivi – ha precisato Urso – sono la sostenibilità ambientale e quella sociale».
I sostegni previsti riguarderanno gli acquisti di auto con emissioni di CO2 tra 0 e 20 g/km (elettriche) e una soglia di prezzo di 35mila euro, Iva esclusa: 13.750 euro con rottamazione di un’auto Euro 2, 12.500 euro rottamando una Euro 3, 11.250 se si elimina una Euro 4. Cifre valide, queste, per le persone fisiche con Isee sotto i 30mila euro. Per gli altri i bonus previsti si riducono a 11mila, 10mila e 9mila euro. Senza rottamazione del vecchio veicolo, il premio ammonta a 7.500 euro (Isee sotto 30mila euro) e 6mila per il resto.
Chi punta su una vettura ibrida ricaricabile, il cui listino non superi i 45mila euro, Iva esclusa, la misura prevede fino a 10.000 euro di bonus con rottamazione (Isee sotto i 30mila euro) e 8mila senza (rispettivamente di 5mila e 4mila euro in assenza di demolizione). Ecobonus, inoltre, per gli acquisti di vetture con motori tradizionali e ibride senza spina, le piu diffuse in Italia, con emissioni di CO2 tra 61 e 135 g/km: 3.000 euro con rottamazione di una Euro 2, 2mila per una Euro 3 e 1.500 euro in caso di Euro 4.
Aiuti anche per chi intende avvalersi di un nuovo furgone elettrico (da 2.200 fino a 18mila euro); ibrido, bi-fuel e Gpl (da 1.500 fino a 5.500 euro) e con motore tradizionale (da 1.000 fino a 4.500 euro).
Positive le prime reazioni. Aniasa (Associazione nazionale industria autonoleggio, sharing mobility e automotive digital), si dice soddisfatta «in quanto il contributo a favore delle flotte aziendali è previsto salire dal precedente 50% al 100%; bene, inoltre, la novità del Leasing sociale e i contributi a favore dei furgoni per le Pmi», commenta a caldo Pietro Teofilatto, direttore dell’area fisco ed economia.
«Gli ecobonus – ha spiegato ieri Urso – sono modulati per incentivare i modelli prodotti in Italia, perché il nostro obiettivo è invertire la tendenza. Il miliardo messo a disposizione deve servire ad aumentare la produzione nazionale. Nel 2022, infatti, l’80% degli incentivi dati sono andati ad auto prodotte all’estero. Il 40% è andato a Stellantis, che produce anche in altri Paesi e la metà degli incentivi ottenuti da Stellantis riguardava mezzi realizzati oltre confine. O si inverte la tendenza e gli incentivi vanno alle auto prodotte in Italia, altrimenti dal 2024 ci concentreremo solo sull’offerta e non più sulla domanda».
Il fatto di voler puntare, per premiarli con agevolazioni, solo su veicoli prodotti entro i confini del proprio Stato di sicuro diventerà un argomento di accesa discussione a Bruxelles.
Urso, infine, ha parlato anche di Intel, impegnata a rivedere i piani di investimento nei semiconduttori. «Ci aspettiamo – ha detto – che altre multinazionali asiatiche e americane annuncino progetti da noi».