Nono discorso di fine anno per Sergio Mattarella, il settantacinquesimo per un Presidente della Repubblica.“Questa sera ci stiamo preparando a festeggiare l’arrivo del nuovo anno. Nella consueta speranza che si aprano giorni positivi e rassicuranti – ha esortato il capo dello Stato, soffermandosi sulle guerre in corso tra Ucraina – le devastazioni che vediamo nell’Ucraina, invasa dalla Russia, per sottometterla e annetterla”. E in Medio Oriente: “C’è angoscia per l’orribile ferocia terroristica del 7 ottobre scorso di Hamas contro centinaia di inermi bambini, donne, uomini, anziani d’Israele. Ignobile oltre ogni termine, nella sua disumanità. La reazione del governo israeliano, con un’azione militare che provoca anche migliaia di vittime civili e costringe, a Gaza, moltitudini di persone ad abbandonare le proprie case, respinti da tutti“.
La guerra genera odio e questo odio durerà per molto tempo anche dopo la fine dei conflitti, ha proseguito Mattarella, che ha posto l’accento sul rischio di abituarsi all’orrore dei conflitti, alla morte di civili, donne e bambini e alla contabilità dei soldati uccisi. Il capo dello Stato ha ribadito l’importanza della culturale e della mentalità della pace, sottolineando che parlare di pace non è astratto buonismo: “Al contrario, è il più urgente e concreto esercizio di realismo, se si vuole cercare una via d’uscita a una crisi che può essere devastante per il futuro dell’umanità”. Sul punto, Mattarella ha rimarcato che per porre fine ai conflitti non è sufficiente invocare la pace ma occorre che venga perseguita dalla volontà dei governi, a partire da quelli che hanno scatenato i conflitti: “Per conseguire la pace non è sufficiente far tacere le armi. Costruirla significa, prima di tutto, educare alla pace. Coltivarne la cultura nel sentimento delle nuove generazioni. Nei gesti della vita di ogni giorno. Nel linguaggio che si adopera. Dipende, anche, da ciascuno di noi. Pace, nel senso di vivere bene insieme. Rispettandosi, riconoscendo le ragioni dell’altro. Consapevoli che la libertà degli altri completa la nostra libertà”.
Un altro passaggio del discorso di fine anno è quello dedicato alla piaga dei femminicidi, Mattarella si è soffermato sulla violenza che vediamo e incontriamo nella vita quotidiana, la violenza di genere ma anche quella verbale e le espressioni di denigrazione e di odio che scorrono sul web. “Vorrei rivolgermi ai più giovani”, ha proseguito il Presidente della Repubblica: “Cari ragazzi, ve lo dico con parole semplici: l’amore non è egoismo, possesso, dominio, malinteso orgoglio. L’amore – quello vero – è ben più che rispetto: è dono, gratuità, sensibilità”. “Penso alla pessima tendenza di identificare avversari o addirittura nemici. Verso i quali praticare forme di aggressività. Anche attraverso le accuse più gravi e infondate. Spesso, travolgendo il confine che separa il vero dal falso”, ha aggiunto. Tra i problemi affrontati da cittadini e famiglie, Mattarella ha citato le difficoltà incontrate nel diritto alle cure sanitarie, a partire da liste d’attesa per visite ed esami con tempi“inaccettabilmente lunghi”. Una riflessione anche sul lavoro che manca, nonostante il significativo aumento dell’occupazione, quello sottopagato o quello a condizioni inique, senza dimenticare le “tante, inammissibili, vittime”.
A proposito dei giovani, Mattarella ha acceso i riflettori sul loro disorientamento in un mondo che non possono comprendere e di cui non condividono andamento e comportamenti: “Un disorientamento che nasce dal vedere un mondo che disconosce le loro attese. Debole nel contrastare una crisi ambientale sempre più minacciosa. Incapace di unirsi nel nome di uno sviluppo globale”. Tra immigrazione –“non volgere lo sguardo altrove di fronte ai migranti” – e intelligenza artificiale, Mattarella ha parlato di libertà e di democrazia: “Libertà che, quanti esercitano pubbliche funzioni – a tutti i livelli – sono chiamati a garantire. Libertà indipendente da abusivi controlli di chi, gestori di intelligenza artificiale o di potere, possa pretendere di orientare il pubblico sentimento”. Viviamo un passaggio epocale, ha aggiunto, invitando tutti gli italiani a fornire un contributo con i nostri valori e con una partecipazione attiva alla vita sociale: “A partire dall’esercizio del diritto di voto. Per definire la strada da percorrere, è il voto libero che decide. Non rispondere a un sondaggio, o stare sui social”.
A Papa Francesco “rivolgo un saluto e gli auguri più grandi. E che ringrazio per il suo instancabile Magistero”, ha continuato Mattarella, che ha riservato grande spazio alle citazioni. A partire dall’unità di Repubblica che rappresenta un modo di essere, uno stato d’animo, nonchè un atteggiamento che accomuna:“I valori che la Costituzione pone a base della nostra convivenza”. Mattarella ha proseguito che questi valori nel corso del 2023 che si conclude li ha visti testimoniati da tanti italiani“incontrati nella composta pietà della gente di Cutro”, “riconosciuti nella operosa solidarietà dei ragazzi di tutta Italia che, sui luoghi devastati dall’alluvione, spalavano il fango; e cantavano ‘Romagna mia”. Ma anche “negli occhi e nei sorrisi, dei ragazzi con autismo che lavorano con entusiasmo a Pizza aut. Promossa da un gruppo di sognatori. Che cambiano la realtà. O di quelli che lo fanno a Casal di Principe. Laddove i beni confiscati alla camorra sono diventati strumenti di riscatto civile, di impresa sociale, di diffusione della cultura. Tenendo viva la lezione di legalità di don Diana”.