Deepfake, AI, Barbenheimer: ecco le parole che hanno definito il 2023

Deepfake, AI, Barbenheimer: ecco le parole che hanno definito il 2023

Dall’inflazione all’emergenza climatica, dall’escalation dei conflitti geopolitici internazionali ai nuovi trend. Gli ultimi dodici mesi sono stati ricchi di fatti, avvenimenti e fenomeni di costume, che hanno avuto ripercussioni anche sul lessico, entrando a fare parte del dibattito pubblico. Ma quali sono state le parole e le espressioni protagoniste del 2023? A rivelarlo sono i linguisti di Babbel nell’annuale retrospettiva linguistica sulle parole, che hanno definito il mondo nell’anno che sta per concludersi. “L’obiettivo è quello di raccogliere i termini che, illustrando fenomeni e eventi di rilievo, siano in grado di restituire un’immagine dei tempi che viviamo”, ha spiegato Sofia Zambelli, linguista di Babbel Live.

Clima e disastri naturali

Il 2023 è stato caratterizzato da molti eventi catastrofici. Incendi, alluvioni e cicloni hanno interessato varie parti del mondo, accompagnati da un lessico specifico che è diventato di uso quotidiano. Tra i termini più utilizzati nel 2023 relativi ai disastri naturali c’è wildfire – letteralmente fuoco selvaggio – termine anglosassone usato durante l’estate dai media di tutto il mondo per descrivere gli incendi boschivi, che hanno interessato molte zone del Mediterraneo, tra cui Grecia e Italia. Anche l’espressione stato di emergenza è stata una delle più usate nel 2023 a causa delle alluvioni che hanno devastato l’Emilia-Romagna, la Toscana e le Marche. E persino Ciarán (nome proprio maschile di origine irlandese, che e significa “piccolo buio”) il ciclone che, a novembre, si è abbattuto con particolare veemenza su Regno Unito, Francia, Spagna e Italia, ha caratterizzato l’ultimo anno.

Scenari internazionali e cronaca

L’escalation del conflitto in Medio Oriente, la guerra in Ucraina e i femminicidi in Italia hanno segnato il 2023, tenendo alta l’attenzione su queste tematiche. Tra le espressioni più usate nel mondo c’è war fatigue – letteralmente affaticamento da guerra – usato per descrivere il progressivo disinteressamento da parte dell’Occidente nei confronti delle sorti dell’Ucraina. La guerra in Israele ha invece incentivato l’uso dell’espressione inglese ceasefire – letteralmente cessate il fuoco – la richiesta di sospensione di tutte le attività militari per un determinato periodo di tempo nella zona colpita dal conflitto. “Mamma distruggi tutto” – l’estratto della poesia dell’attivista peruviana Cristina Torre Càceres – è stata invece l’espressione più usata negli ultimi mesi dell’anno in reazione alla notizia della morte della ventiduenne Giulia Cecchettin, uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta.

Fatti, eventi e fenomeni

Quello che sta per concludersi è stato l’anno del boom mediatico dell’intelligenza artificiale, che ha contribuito a diffondere una grande quantità di neologismi. Tra questi, il termine deepfake ha fatto il giro del web per descrivere video e immagini manipolati digitalmente per sostituire in modo convincente le sembianze di una persona con quelle di un’altra. Secondo gli esperti di Babbel, il termine è una “parola macedonia”, che unisce deep learning (una tecnica di machine learning con la quale il computer impara a fare ciò che viene naturale all’essere umano) e fake, cioè “falso”. Coronation è stata invece la parola che ha descritto l’evento dell’anno, l’incoronazione di Charles III, Re del Regno Unito e degli altri quattordici regni del Commonwealth, che il 6 maggio 2023 è salito al trono dopo la morte della madre, Elisabetta II. Sommergibile è tornato di uso quotidiano, invece, a causa dei tragici fatti consumatisi il 18 giugno con l’esplosione del Titan. Nei giorni prima del ritrovamento dei resti del sommergibile della OceanGate, i media di tutto il mondo ne hanno parlato, documentando meticolosamente la ricerca.

Animali e epidemie

Complice anche il cambiamento climatico, nel 2023 si è parlato molto di specie aliene com e il granchio blu. Questo piccolo crostaceo originario dell’Atlantico ha fatto parlare di sé nei mesi estivi come specie aliena invasiva – dalla caratteristica colorazione azzurra – che rischia di decimare numerose specie autoctone, mettendo a rischio l’equilibrio dell’ecosistema marino. Se da una parte le orse JJ4 e Amarena hanno riacceso le discussioni in merito alla convivenza tra animali selvatici ed essere umano, il termine punaises ha descritto a pieno il fenomeno delle cimici dei letti, che ha interessato la Francia negli ultimi mesi. Secondo gli esperti di Babbel, la parola “punaises” deriverebbe dal latino putinasius, “che puzza”, in riferimento all’odore sgradevole spesso associato a questi fastidiosi insetti.

Trend e tendenze

Barbie, Oppenheimer, Mare Fuori e Taylor Swift sono stati tra i fenomeni pop dell’ultimo anno, che hanno avuto inevitabili ripercussioni anche dal punto di vista linguistico e lessicale. Barbenheimer e barbiecore sono stati i termini più utilizzati dell’anno a seguito dell’uscita – il 21 luglio 2023 – dei film “Barbie” e “Oppenheimer“. L’annuncio del lancio in sincrono delle due pellicole diametralmente opposte ha scatenato dibattiti e meme e il fenomeno ha avuto una risonanza tale da guadagnarsi una denominazione specifica declinata in diversi neologismi come barbenheimer, oppenbarbie, barbieheimer e boppenheimer. Solo “Barbie“, invece, ha determinato una serie di trend e tendenze lessicali, tra i quali spicca barbiecore, che trae ispirazione dai look pop-kitsch dominati dai toni del rosa shocking e del fucsia caratteristici dell’iconica bambola. Se swifties, la comunità dei fan della cantautrice americana Taylor Swift, e Taylor Tax, parola usata per descrivere la risposta del fisco americano alle speculazioni sulla rivendita dei biglietti dei concerti, hanno dominato la scena musicale internazionale, in Italia è stato O’ Mar for (Mare Fuori) a determinare la diffusione di espressioni nuove. Tra queste c’è il nome della serie, tratto dalla sigla (“O’ Mar For”), cantata in dialetto napoletano – che vanta oltre 45 milioni di ascolti su Spotify – e “Appicc n’ata sigarett…” (Accendi un’altra sigaretta…), tratta proprio dal brano di Matteo Paolillo.

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