Sul caso appalti Anas è già divampato il solito giustizialismo rosso a fasi alterne, cioè scatenato solo quando si tratta di colpire gli avversari politici. E gli schizzi di fango sono già iniziati a fuoriuscire. Così, in merito alla vicenda che coinvolge Denis e Tommaso Verdini, Fratelli d’Italia ha fatto quadrato attorno al leader leghista Matteo Salvini, che pur essendo del tutto estraneo all’indagine era stato tirato per la giacchetta dalla sinistra per un’intercettazione nella quale si parlava di un presunto e non meglio definito accordo con la Lega. Già nelle scorse ore, infatti, le opposizioni avevano chiesto che il ministro dei trasporti si pronunciasse in Aula.
Sulla vicenda, ha però sottolineato Fratelli d’Italia, “c’è una indagine in corso, iniziata ben prima dell’insediamento dell’attuale governo, che non coinvolge Salvini né altri esponenti politici. Attendiamo gli sviluppi“. A quanto apprende l’Adnkronos, tali valutazioni sono state espresse sul bollettino “File ore 11” rilanciato nelle chat dei parlamentari di Fdi. “Se la sinistra e i giornali di sinistra avessero usato lo stesso metro giustizialista a ogni inchiesta di corruzione che ha lambito più o meno da vicino sindaci, governatori, politici e ministri di sinistra oggi avremmo una classe politica di centro sinistra completamente nuova“, si legge ancora nel commento riferito al caso tornato nei giorni scorsi al centro delle cronache per la misura cautelare dei domiciliari disposta nei confronti di alcuni indagati.
“Lo schema garantisti fino all’inverosimile con la sinistra (cucce dei cani comprese) e giustizialisti con gli avversari fa ridere e non fa più presa con nessuno. La magistratura faccia il proprio lavoro, commenteremo i fatti e non i teoremi della sinistra“, conclude Fratelli d’Italia, alludendo proprio al fatto che gli allarmi lanciati dalle opposizioni avessero un carattere strumentale, animato cioè da supposizioni e insinuazioni di stampo politico. Peraltro, la sinistra non era stata altrettanto solerte nel chiedere spiegazioni in Aula quando sospetti e accuse avevano sfiorato personalità di quella parte politica.
Ora invece si prospetta un atteggiamento opposto, con il ritorno di uno schema purtroppo ormai rodato che utilizza ignora il garantismo e utilizza la giustizia come strumento politico.