Come prima, più di prima. Se lo scorso anno le varie tornate di Btp Valore e Btp Italia hanno portato quasi 44 miliardi di sottoscrizioni da parte dei piccoli risparmiatori italiani, nel 2024 il ministero dell’Economia, guidato da Giancarlo Giorgetti, vuole accelerare il passo. Un segnale in questa direzione arriva dalla legge di Bilancio da quella che è, a tutti gli effetti, una norma spingi-Btp: saranno infatti esclusi dal calcolo dell’Isee (situazione economica equivalente) i titoli di Stato e alcuni prodotti finanziari di raccolta del risparmio fino al valore massimo di 50mila euro. Vale a dire che, oltre alla tassazione agevolata del 12,5% già prevista, ci sarà un ulteriore incentivo per chi vorrà investire i propri risparmi sullo Stato italiano. L’agevolazione riguarda non solo i Btp, ma anche Bot (i titoli a 12 mesi) e Ctz (certificati zero coupon da 24 mesi), Certificati di credito del Tesoro (7 anni), buoni e libretti postali. L’attestazione Isee è utilizzata per accedere a molti bonus: dall’asilo nido, all’assegno unico per i figli, fino agli aiuti per gli affitti e per i mutui agevolati agli under 36. E a determinare il parametro Isee c’è anche la liquidità sui conti correnti che, nel caso italiano, è a livelli elevati (secondo Unimpresa, 1300 miliardi). Spostare una parte della liquidità sui titoli di Stato potrebbe profilare rendimenti reali positivi (un Btp decennale rende oggi il 3,6% a fronte di un’inflazione in ritirata e stimata dall’Ue al 2,4% nel 2024). A questo poi si aggiunge la prospettiva di accedere a una serie di agevolazioni economiche che non si avrebbero con altre forme di investimento.
Il governo, dal canto suo, sa di dover emettere un gran numero di Btp nel prossimo anno: si parla di titoli a medio lungo termine per 340-360 miliardi, sui livelli di quest’anno. L’idea, quindi, è collocarne quanti più possibile alle famiglie: un debito in mano a queste ultime è meno soggetto alle ondate speculative, anche perché esse tendono per la maggior parte a detenere il titolo fino alla scadenza. E questo è un valore per un Paese che ha un debito pubblico elevato, pari al 140% del Pil. Studiare un incentivo all’investimento in Btp è anche un modo per vincere la gara dell’attenzione sui mercati, dal momento che tra conti deposito, fondi obbligazionari e azionari (l’ultimo anno è stato ottimo per le azioni) la concorrenza è tosta e oltretutto la politica restrittiva della Banca centrale europea sta drenando la liquidità sul mercato. Secondo i dati di Banca d’Italia, la politica del governo sta avendo effetti: sono oltre 216 i miliardi di debito pubblico acquistato da aziende e privati cittadini tra agosto 2022 e agosto 2023. La scorsa estate, quindi, il debito pubblico in mano a questi soggetti è arrivato al 12,4% (dal 7,8% di febbraio 2022), questo significa anche che una quota maggiore di interessi e cedole viene reinvestita nella nostra economia.
L’Italia, però, non è il solo Paese che l’anno prossimo andrà a caccia di risorse sui mercati: secondo la casa di investimenti Jefferies, infatti, «l’anno prossimo il mercato sarà interessato da una valanga di emissioni, in particolare negli Stati Uniti». Gli esperti americani prevedono che «il 2024 sarà l’anno del reddito fisso e che i titoli legati a tassi e credito supereranno le azioni». Infatti, con l’economia in rallentamento (ma non sarà «una recessione dura») Fed e Bce potrebbero effettuare «un primo taglio dei tassi a giugno». Questo farebbe crescere il valore delle emissioni dell’ultimo anno. E un antipasto si è già visto: l’aspettativa di un taglio dei tassi della Bce, infatti, ha portato a un rally del mercato obbligazionario, Btp compresi.