– Notizia gustosissima da Ferrara su Chiara Ferragni. Una gioielleria un paio di anni fa aveva sottoscritto un accordo per vendere i prodotti della Morellato con il marchio della influencer. All’inizio un po’ di curiosità c’è stata, poi però l’interesse è scemato a tal punto che adesso deve mettere in vendita le rimanenze al 50% di sconto. La frase interessante del titolare è questa: “Già in tempi non sospetti – racconta Paolo Baravelli – lontani dagli ultimi scandali, abbiamo notato una certa avversione da parte dei consumatori. Mostrando i prodotti a marchio Ferragni, in molti hanno proprio detto di non volerli, non so per invidia o antipatia, preferendo prodotti senza una marca”. Le opzioni sono due: o non è tutto oro quel che luccica; oppure i fan di Chiara acquistano online e non in gioielleria. In ogni caso, questa “avversione” dovrà far riflettere Ferragni, il suo staff e le aziende che la sponsorizzano.
– Non capirò mai per quale motivo i giornali devono “anticipare” di un giorno i temi che tratterà il presidente della Repubblica nel discorso di fine anno. Attendere 24 ore è così difficile?
– Sui social sono capitato su un video della Fluminense in cui si elogia la tattica di gioco fatta di grandi movimenti e passaggi ravvicinati. Ci ho investito qualcosa come 3 minuti. In effetti non hanno mai perso la palla, sono pure arrivati sul fondo per mettere un cross, poi però sono tornati indietro. Tre minuti di nulla. A ‘sto punto potete iscrivervi ai campionati mondiali di torello, no? E poi direbbe Aldo: tutto bellissimo il possesso palla, ma com’è che alla fine abbiamo perso 4 a 0?
– La cosa incredibile è che frotte di commentatori e colleghi sportivi insistono nell’esaltare questo “nuovo” gioco del calcio, che non propone mai un “1 contro 1” e non salta mai l’uomo, ma si accontenta di addormentare le partite fino allo sfinimento. Prima o poi i tifosi manderanno tutti a quel paese.
– A Lecce un avvocato denuncia: sono stata multata mentre facevo jogging. Secondo due vigili, avrebbe attraversato con il rosso. Lei sostiene di no, ma poco importa: se i Comuni iniziano a fare le contravvenzioni pure ai pedoni che attraversano a caso per strada o camminano fuori dai marciapiedi, potremmo risanare il bilancio di metà delle città italiane. Speriamo nessuno prenda spunto.
– Gucci ha deciso di non ripulire l’albero in Galleria a Milano, vandalizzato dai soliti di Ultima Generazione. Primo: era talmente brutto che, in effetti, è l’unico blitz degli eco-vandali di cui non possiamo lamentarci. Secondo: siamo vicini a Capodanno, mettersi a pulirlo ora non avrebbe poi tanto senso. Terzo: la spiegazione della casa di moda (“utilizziamo l’incidente come spunto di riflessione collettiva”) sa moltissimo di “green-washing” , ma col vantaggio – non indifferente e ben celato – di non dover neppure spendere un euro per ripristinare il tutto. Una furbata in stile Ferragni, per intenderci.
– Sulla A1 è apparso il seguente cartello: “Safety car in corsia per ‘animali vaganti’”. Meraviglioso.
– Sull’entità della manovra c’è poco da dire: aiuta il ceto debole, non la piccola borghesia. Il viceministro Leo assicura che anno prossimo il governo si occuperà della classe media e sarebbe anche l’ora. In fondo gran parte degli elettori li ha votati proprio per quello.